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LA PIAZZA DELLE TRE CULTURE

Domanda N.1

Ingegnere Nicolosi, può sintetizzare per i lettori di Lunario Nuovo quale è l’idea di progetto?

 R1 Catania è simbolo di una Italia alla deriva. Catania è la prima grande città in dissesto finanziario. Catania è una città che non trova un futuro. Diventa un dovere di noi tutti cercare una via d’uscita. Il progetto della PIAZZA delle TRE CULTURE vuole dare una prospettiva a questa terra, per realizzare un’opera unica al mondo. Invece da quasi vent’anni questa idea non trovava, letteralmente, luogo nella città di Catania.

Il progetto propone un luogo di pace e convivenza dove possano trovare incontro le tre grandi religioni monoteiste, con tre luoghi di culto, ed i tre rispettivi istituti di cultura. Culto e cultura uniti per vincere il fondamentalismo. Il progetto finalmente atterra, in un luogo dall’antico nome arabo “U Caitu”, un sito che dall’alto ricorda proprio un’astronave, atterrata nel luogo sbagliato; si tratta del deposito locomotive F.S., questo in luogo simbolico che guarda emblematicamente al nostro mare, verso oriente.

Domanda N.2

Ma quali scopi ha il progetto?

R2 Realizzare nello stesso sito una Chiesa, una Moschea ed una Sinagoga e i tre rispettivi istituti di cultura, formando un insieme a pianta esagonale, un insieme “abbracciante” che si rifà a quella che Stendhal definiva “La più bella piazza per la più bella fede del mondo”: Piazza San Pietro. Un concetto ripreso dal Dalai Lama.

Si tratta di un progetto che ha per scopo avvicinare l’umanità all’Altissimo, per questo deve essere carico di significati e simboli convergenti, intesi come sotto-progetti: “Le accoglienze e le identità”; “Il bastione delle fedi”; “La piazza-corte”; “La bambinopoli dell’umanità”; “Le navi-navata”; “Le prore-polene delle fedi”; “Il mare di lava”; “Le vele di terracotta”. Un vero e proprio “neo-Panteon”. Tutti i simboli e messaggi sono contenuti nel progetto, per fare della nostra città un esempio di pace e tolleranza, in difesa di tutte le identità culturali e per accogliere tutti gli esclusi, anche quelli che sono nostri concittadini, cristiani e siciliani, ma meno fortunati.

Realizzare questo ambizioso progetto comporterebbe per la città di Catania un salto di qualità ed il segno di una nuova rotta per la sua rinascita culturale. Unica possibilità di riscatto per la Sicilia è la cultura, la nostra cultura millenaria che ha raggiunto il suo massimo splendore proprio quando nella nostra terra convivevano pacificamente le tre grandi religioni monoteiste.

Un progetto ambizioso; ma senza ambizioni la Sicilia è destinata a scomparire, anche come identità.

Domanda N. 3

…. da quale stimolo è sorta l’idea…..?

R3 Sul finire dello scorso millennio partecipavo, come critico cinematografico, alla splendida “Settimana del cinema di Assisi”. Al tavolo della serata conclusiva conobbi un Gesuita, don Fantuzzi (raffinato critico cinematografico, che fu amico di Pasolini), che per “La civiltà cattolica” teneva una perfetta rubrica di critica cinematografica. La curiosità mi spinse ad abbonarmi alla più antica rivista d’Italia, ancora oggi in edizione. Qualche mese dopo vi trovai un articolo che parlava delle procedure necessarie per aprire in Italia una moschea, in modo da evitare la presenza di fondamentalisti islamici. Ecco che la cultura cinematografica mi ha aperto a quella religiosa, per sintetizzarsi in quella, architettonica, del progetto della piazza delle PIAZZA DELLE TRE CULTURE.

Domanda N. 4

Risale al 2007, al n.20 di Lunario Nuovo ……

R4 In una realtà politica che, già dal finire dello scorso millennio, abbandonava la Cultura, mi è sembrato opportuno prima ideare (2001) e poi lanciare il progetto della “Piazza”, questo proprio su una rivista che, ancor oggi, è un riferimento per coloro i quali la cultura la praticano.

Non era una semplice provocazione, ma una sfida: in un’era che non ama la Cultura, volevo dare spazio addirittura alle “Culture”, con un plurale più che significante.

La locandina del convegno di presentazione dello scorso giovedì 30 maggio 2019 riprende proprio quella pagina di “Lunario Nuovo” del 2007.

Domanda N. 5

Il primo convegno (15.02.2015) ….

R5 Nella città di Catania, da oltre trent’anni, si parla di fare il nuovo Piano Regolatore Generale (PRG). Già nel 2002 avevo sottoposto alla Commissione Consiliare Urbanistica il progetto. Poi sottoposto alla giunta Stancanelli, nella persona del Prof. Paolo La Greca, progettista del PRG, che accolse con entusiasmo l’idea e coinvolse la Prof. Zaira Dato nella elaborazione di uno stage di studenti universitari sul tema della “Piazza delle Tre Culture”.

Più recentemente, all’inizio dell’ultima Giunta Bianco, si è tenuto, il 15 febbraio del 2015, il primo convegno. In

quell’occasione ebbi la disponibilità dell’Assessore all’Urbanistica Salvo Di Salvo, ma non si fece nulla, soprattutto perché non si portò avanti il P.R.G., ulteriore motivo di rallentamento della città, oggi in dissesto.

Domanda N. 6

Cosa può dirci adesso dopo la presentazione di giorno 30?

R6 Chi fa da sé… Trovando l’area più consona ad un progetto letteralmente “Unico al mondo”, come nel celebre film dico: “si può fare!”. Si tratta adesso di trovare tutte le sinergie, tecniche, politiche ed economiche, per realizzare l’opera. Anche se l’attuale amministrazione di Catania è di Centro Destra, mi ha dato molto conforto il parere più che favorevole dell’Assessore Alessandro Porto che per tanti anni ha guidato proprio la Commissione Urbanistica al Comune di Catania. Inoltre l’ex Assessore Di Salvo porterà in Commissione Urbanistica il progetto.

Un progetto, che vuole metter insieme tutte le culture del mediterraneo, deve innanzi tutto mettere insieme le realtà politiche regionali, a partire dal Presidente della Regione, che ha inviato un significativo saluto alla manifestazione di presentazione del progetto.

Questo perché anche chi proviene dal pensiero conservatore potrà appezzare il progetto della PIAZZA DELLE TRE CULTURE. Innanzi tutto per il forte messaggio identitario che si vuole dare al progetto, portatore delle identità culturali di ogni religione, ma anche della tradizione siciliana, che è anche di accoglienza millenaria. Ma anche perché ricordo ai sovranisti/identitari quanto risposto dal Dalai Lama a chi chiedeva (anni ’80) il suo parere su i neobuddisti italiani: “Non me lo spiego perché alcuni italiani diventano buddisti… Voi avete la più bella religione al mondo!” Questo, come si suol dire, è il “parere di un esperto”.

Noi cristiani, e cattolici in particolare, non dobbiamo avere alcun timore del confronto, ce lo fa capire un uomo di fede molto saggio come il Dalai Lama, il capo religioso di più lunga esperienza al mondo.

 

Prova d’Autore ha pubblicato in questi giorni il nuovo libro di Francesco Nicolosi Fazio, intitolato “Gli strumenti della memoria”.

Stefania Calabrò

E' nata a Milano nel 1985 ma da alcuni anni risiede a Lentini (SR). Laureata in giurisprudenza nell’Università di Catania, collabora alla pagina culturale di un noto quotidiano. È tra i componenti del Comitato interno di redazione di Lunarionuovo.