Ebbene, chiedendotelo soltanto, mi hai generato… …solo pensandomi hai creato posto per me nel magma Indefinito dell’essere e dell’esistere. Non ho forma, non mi tocchi, ma puoi palparmi come fossi carne e ossa; non puoi indagarmi con i tuoi occhi vivi o ascoLtarmi come fossi realmente al tuo fianco, eppure puoi scrutarmi con gli occhi e le orecchie dell’anima; non puoi riconoscermi Dall’odore della mia pelle, ma sai riconoscermi dal tuo, quando mUta per l’intensità delle pene che ti affliggo.
Mi sfaldo e mi ricompatto, sono aria e terra insieme, mi insinuo, serpeggio tra gli interstizi dei tuoi malconci e instabili pensieri. Godo nel vederti piegare al mio onnipotente volere.
Sono il tuo tormento, so abbatterti e risollevarti, non mi sfuggi e non m’inganni. Non puoi prenderti gioco di me, solo io posso dilettarmi a ridere di te e della tua grande immensa sciocchezza!
Quando incontri la mia potenza, sei fragile zattera tra le onde tempestose dell’oceano.
Quando ti aBBatti contro il mio possente petto,
sei l’essere più debole e insignificante che abbia mai conosciuto.
Vile al mio cospetto, misero a un mio cenno!
Mi generi immortale, mi partorisci mostro, che ti attanaglierà per tutto il resto dei tuoi miserabili giorni… la sferza del mio braccio non conosce pietà per te, perché sei l’unico inspiegabile essere che la subisce senza ribellarsi e che ne chiede ben più forti saggi.
Al mio primo varcare la soglia dell’esIstenza, non sai scioglierti da me: ti avvinghi, ti aggrappi e a tua volta ti fai avvolgere come insetto intrappolato tra sottilissimi fili, tessuti adagio adagio dal suo ragno-predatore. Ecco, in quale essere ti trasformi quando sei preda dei miei assilli!
Parli, alzi il tono della voce, ti dimeni, ti atteggi e ti fai forte con i tuoi simili, ma basta soltanto una stilla di me per gettarti nello sconforto più grande e nell’ansia più profonda.
SOno causa di indicibili tradimenti, testimone del tramonto di salde relazioni d’amore e d’amicizia, dei più forti sodalizi ideologici e spirituali. Non ho pietà per nessuno al mondo: alte cariche, prelati e parassiti, delinquenti, buffoni e fantocci, burattini e burattinai, uomini, donne, anziani e bambini, filosofi e bifolchi, poeti e scienziati, folli, furbi e stolti. Tutti nel mio sadico pugno di caos e tumulto…
Tra le mie tele di ragno, hai provato che cosa sia il disorientamento del cuore e della mente, hai tastato la nebbia dell’animo e hai preferito rimanerne avvolto piuttosto che tentarne la fuga.
Eppure, eppure… hai avuto il dono del libero arbitrio. Potresti decidere tu del tuo destino, potresti scacciarmi, liberarti di me, se solo lo desiderassi.
Basta il più semplice dei gesti: scegliere l’altra via al bivio. Sai che puoi farlo. Sai che ne hai facoltà. Ma codardo sei, per tua natura.
È più facile affidarti a me che a te stesso.
È più facile rinunciare alla vera vita per accontentarti delle false sembianze di quella che io ti offro.
Apri gli occhi del cuore e della mente…
…solo se vuoi, puoi dominarmi.