L’ATTESA DELLA PIOGGIA
Siamo tutti in latenza, tutti al sole
assorbiamo consensi insulti e dove
c’è acqua ogni albero è la vita
incute a tutti
desiderio sfrenato dei suoi frutti.
Nel cielo vola il pianto
nel tardo autunno col vagare amaro
d’un piviere dorato e sembra canto
sotto un velo di nuvole randagie.
Sembra felicità tanta miseria
e mi sorprende
come induca stupore ogni inganno
sincero un pianto
ascoltato
per richiamo col canto.
Oggi m’inquieta un vento coi ricordi
segreti più segreti e mi deride …
Tutto sorride sotto l’ironia
tutto diviene pioggia sul bagnato
presto asciugato dalla tanta sete
perenne della Terra e del suo mare
né ci sarà tal pioggia a dissetare.
SCIARADA SULLO STATO DEI FATTI (*)
Corbelli pieni con corbellerie
questa quieta temperie senza sugo
tra crisi e asinerie
le porte aperte ora a porti chiusi
si teme a caprimulgo un alalà.
L’Italia è in marcia su marciumi antichi
persino i fichi afàti;
nei mercati toscani trovi afate
l’angurie maremmane rosso smorto
eppure – a babbo-morto –
c’è un tripudio sommerso tra balilla
lungo il Paese il bello
in tromba squilla
per sicurezze e criminalità
tutto con arte non si bada a spese
corruzione a parte
o a toccasana
come l’arresto della capitana.
Un teatro avvincente, ricco, vario
né s’intravvede l’ora del sipario.
(*Goliardicamente dedicata all’avvocato Giuseppe Conte, presidente del Consiglio dei Ministri)
Sara Smigòro