Al momento stai visualizzando La montagna “viva”

L’incontro ravvicinato con “Idda”, la Montagna “viva” come la definiscono i catanesi, esige rispetto e attenzione.

Non si può essere meri spettatori di così tanta maestosità; occorre, invece, essere rispettosi di una Natura che vuole ostentare la sua forza indomabile e ricordarci la sua potenza.

Lo sguardo viene rapito da un paesaggio decisamente surreale, quasi lunare.

“Idda” si mostra con la sua veste scura, austera, priva in gran parte di vegetazione, suscitando inevitabilmente soggezione e timore. Si rimane attoniti, attratti da cotanta forza che contrasta con la fragilità umana e induce a visitarla con la dovuta riverenza.

Una montagna, figlia di quella Natura che apparentemente si mostra ostile.

Si ha infatti la percezione di non essere ospiti graditi, perché disturbatori di quell’austero silenzio, di quei luoghi impervi, dove soltanto il vento sembra riuscire a dialogare con il linguaggio dei crateri, dando voce alla montagna, in attesa dei parossismi spettacolari.

Eppure, il suo calore fin da subito ci stupisce e ci avvolge come quello di una madre che non vede l’ora di riabbracciare i propri figli e attrarli a sé per trasmettere quell’Amore inespresso da tempo. Un calore che si percepisce già camminando e che poi sembra pervadere tutte le membra del corpo e non volerle abbandonare per nessuna ragione. Un calore che giunge anche trasportato dal vento a quasi tremila metri per ricordarci che l’Etna è in verità un vulcano attivo ed esplosivo.

Sembra di rivivere alcuni racconti mitologici e popolari ed è bellissimo smarrirsi in questa immensità vulcanica.

Stabilire un primo contatto con i resti delle eruzioni vulcaniche è davvero emozionante. Toccare quelle “pietre” dal “cuore” tenero che si sgretolano facilmente per trasformarsi in una sabbia fine e pungente è molto suggestivo. Ammirare i crateri spenti e percorrerli all’interno ci fa sentire accolti nell’intimità più profonda della Montagna.

È sorprendente come quel paesaggio che ci ha catturati e attratti a sé come un grande magnete sia in continua evoluzione. Il volto di “Idda” cambia nel tempo, così come avviene per la vita di ogni essere umano.

Giunge però il momento di salutarsi augurandosi, come si fa con chi ci sta a cuore, un arrivederci a presto. Ogni madre però accompagna sempre i suoi figli quando stanno per partire, quantomeno con lo sguardo; ed è così che il fumo aumenta, quasi a voler simulare un saluto e, voltate le spalle per non abbandonarsi alla commozione, si avverte una sensazione di protezione unica.

Arriva poi il regalo inaspettato: cespugli di ginestre costellano il percorso in discesa ed inebriano i sensi.  L’abbraccio è a questo punto inevitabile e sorge spontaneo, senza alcun filtro o mascherina che sia.

Il contatto con Madre Natura che ci conduce nel suo meraviglioso universo è la fonte della nostra rinascita.

Fabiola Marsana

Catania, 6 giugno 2021