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A Valentina

Ha fatto un tatuaggio con l’henne’, sulla mano, la cosa più trasgressiva che è riuscita a pensare di realizzare in questi anni di vita vissuta, tra dogmi e regole.

Forse non è più capace di cantare e di ballare insieme ai gatti a piedi nudi, di avvolgersi il capo in una sciarpa bianca di pizzo e agitare quel ventaglio laccato di rosso.

Era una persona normale, con un peso normale, un’alimentazione normale, pantaloni che stavano su da soli, maglie che non cadevano dalle spalle, spalle che non cadevano lungo le braccia. Erano capelli lunghi, folti, sani, raccolti in una coda di cavallo lucente e setosa. Erano denti bianchi, sani, robusti: perle di un sorriso sempre acceso di giorno e di notte. Erano coni gelato e piatti di pasta al ragù. Erano ragazzi che ci provavano e ragazze con le quali cinguettava all’uscita di scuola. Era una vita fa, forse un’altra vita in cui tutto pareva perfetto.

E poi i lupi ti hanno sbranata, lasciando ossa scorticate e un cuore che continua a battere, nonostante te.

Prendi questo maledetto sogno, Valentina, prendilo e ricomincia a vivere.

Lei si avvicina alle sue piante, carnivore e grasse. Lei, vegetariana e anoressica, prende quel sogno e lo deposita li’, tra quelle due labbra con denti assassini. E’ questione di pochi attimi, il tempo di vomitare quel poco d’acqua che ha ingurgitato stamattina per placare lo stomaco urlante e deglutire quel maledetto sogno che ancora una volta muore di realtà.