Mi piacerebbe fendere le acque del mare. Da sempre è il mio sogno.
Ricordo la delicatezza della mano artista che mi costruiva, prendendosi cura di me. In ogni dettaglio. Perfino il più piccolo.
Speravo di finire in acqua. Anzi ne ero convinto. E invece mi ritrovo dentro questa bottiglia di vetro. Vuota a parte me. E pensare che un po’ d’acqua non guasterebbe affatto. Sono bramoso di sentir le sue molecole accarezzare il mio scafo. Due atomi di idrogeno ed uno di ossigeno. Vero? O almeno credo sia così, non so bene cosa siano.
Lui non mi ha mai parlato di com’è fatta l’acqua. L’ho sentito dire qualche volta a quella scatola chiassosa e luminosa che il mio papà guarda la sera. La scatola, quella, la chiama televisore. Lì si vede sempre il mare con tanti pesci, navi e barche. Lui dice che io sono il più bel galeone di tutti. E gli credo.
Non mi ha mai portato al mare. Però ci spero. Sono sicuro che non l’ha fatto perché non ha avuto il tempo. Ma un giorno ci andremo insieme.
Dev’essere bello il mare. Meraviglioso. L’ho visto e ne ho sentito parlare sempre attraverso quella scatolona. Dicono sia azzurro, ma lì è grigiastro. Quelle immagini sono sempre grigiastre. Però la mia casa è tutta colorata. Che strano! Chissà com’è il mondo fuori dalla mia casa. Spero che sia colorato.
Papà mi parlava del mare mentre mi costruiva. Diceva che sarei stato un eccellente nuotatore, che sono il suo orgoglio. Ed io sono orgoglioso di avere un papà come lui. Quando viene a farci visita qualche suo amico e si complimenta per il “figlioletto così ben riuscito”, il figlioletto mi sembra lui. Gli si illuminano gli occhi e gli spunta pure una lacrimuccia. Gli amici di mio padre sono sempre felici e sorridenti. È bello pensare che il mondo sia pieno di gente così e non ci siano persone cattive. Esistono solo nelle fiabe come quelle che mi racconta prima di andare a letto la notte. Il suo letto, perché io non dormo mai e poi sto sul comò accanto a lui. Però che strana cosa dormire! E anche stare sul comò, al buio e a sentir lui russare.
A volte piange e dice “perché mi hai lasciato!” o qualche frase del genere. Ma io sono sempre con lui, quindi forse parla della mamma, che però lo aspetta e non l’ha lasciato. Boh! Vai a capire il mio papà!
Se ci penso bene in fin dei conti dentro la bottiglia non si sta tanto male. E poi il mio papà mi porta sempre con lui quando sta in casa. Ma non fuori di casa. Esce di rado.
Al mattino appena sveglio mi dà il buongiorno. Dopo che si alza dal letto e va in bagno torna da me e spolvera la bottiglia con un panno morbido così è sempre pulita. Io non mi sporco mai perché è chiusa con un tappo.
In seguito mi porta a fare colazione e mi poggia sul tavolino. La sua colazione, perché io non mangio mai però lo guardo mangiare. Però che strana cosa mangiare! E anche stare sul tavolino della cucina a guardare lui mangiare.
Poi andiamo sul divano e mi tiene sulle gambe dondolandomi dolcemente. Mi racconta tante cose di quand’era ragazzo. Dei suoi viaggi in giro per il mondo. Io posso soltanto immaginare. Non ho mai viaggiato. Però mi sembra così bello.
Non so se il mio papà mi sente, ma è come se mi potesse sentire. Forse mi sente davvero. Cioè io gli parlo e lui mi risponde. Sa sempre tutto quello che penso. In ogni momento.
Mangia anche altre volte durante la giornata. Secondo me è un golosone. Ovviamente è una cosa strana. Essere un golosone. E anche guardare un golosone che mangia golosamente.
La sera ammiriamo il mare al televisore.
Con lui sto benissimo però dice che avrei dovuto avere una mamma. Un po’ come tutti i bambini. Lei se n’è andata tanti anni fa. Prima che lui mi costruisse. Secondo papà vive sopra le nuvole. E io ci credo perché se lo dice papà è vero. Mi preoccupa pensare a quando anche papà andrà ad abitare con lei sopra le nuvole. Non potrà portarmi con lui. Ed io non voglio restare solo. Quel giorno andrò in mare per la prima volta. Dice che sarò libero di girare e navigare fino alla fine del mondo. Perché il mondo un giorno finirà. Speriamo mai.
Comunque tra il mare e mio papà forse scelgo il mio papà perché gli voglio troppo bene e il mare può aspettare. Anche in eterno. Anche fino alla fine del mondo.