Al momento stai visualizzando Il fischio notturno

Antonio e Gennaro sono due giovani che abitano parecchio lontano l’uno dall’altro.
La famiglia di Gennaro vive nella più grande città del Sud, quella di Antonio nella più grande del Nord. Si sono conosciute, l’anno precedente, durante le vacanze estive, mentre soggiornavano in una località marina dell’Italia centrale.
In quell’occasione i due giovani sono diventati grandi amici, tanto più che Antonio ha una sorella, Rosalba, che non lascia indifferente Gennaro, e Gennaro ha una sorella, Rosalia, che non disdegna le attenzioni di Antonio. Compagni inseparabili, trascorrono le ferie con le rispettive sorelle, in giovanile allegria e svagata spensieratezza, fra bagni di sole e di mare, danze sfrenate in discoteca fino all’alba, gite ed escursioni nelle località vicine. Divertimenti e svaghi che approfondiscono la loro amicizia e ne intensificano i sentimenti.
Una volta Gennaro, desiderando rivedere Rosalba e, nell’occasione, visitare con lei la sua città, contatta Antonio per chiedergli se la sua famiglia può ospitarlo per qualche giorno.
La famiglia di Antonio abita in un ampio appartamento alla periferia della città. L’ospitalità gli viene data con piacere e Gennaro è ricevuto a braccia aperte e trattato come un parente, tanto che per la notte gli viene preparato il letto nella medesima camera, abbastanza capiente, in cui dorme Antonio.
Il letto è comodo e soffice e accoglie dolcemente l’ospite che, dopo la cena, squisita e abbondante, è vinto dalla stanchezza per il lungo viaggio in treno e si abbandona subito a un sonno profondo.
Anche Antonio, non molto dopo, raggiunge il proprio letto e non tarda ad addormentarsi.
Ma Gennaro, forse per la novità, forse per le emozioni provate nel rivedere Rosalba, dopo un sonno inizialmente profondo passa presto a un sonno leggero e agitato. Si gira e rigira fra le lenzuola quasi senza rendersene conto. A intervalli regolari, quando si convince di aver raggiunto la giusta posizione, viene svegliato di colpo da un fischio prolungato, proveniente dal letto di Antonio, il quale – così ha modo di supporre Gennaro – respira nel sonno emettendo ogni tanto quel suono acuto e penetrante. La delicatezza della situazione gli impone di non svegliare l’amico, e perciò, dopo ogni fischio, Gennaro tenta pazientemente di riprendere sonno.
Questa alternanza di fischi improvvisi e risvegli di soprassalto dura fino a quando la luce del sole, filtrando dalle cortine della finestra, impedisce del tutto a Gennaro di riaddormentarsi. L’ospite rimane immobile, supino, per non far rumore e svegliare Antonio che dorme ancora. Sta così parecchio tempo, aspettando che il resto della famiglia si levi e l’animazione domestica gli dia il segnale che può prepararsi per la giornata.
Compiute le abluzioni mattutine, Gennaro si intrattiene con l’intera famiglia per consumare la ricca colazione che la padrona di casa ha preparato soprattutto in suo onore.

Finalmente, fra un andirivieni e l’altro dei familiari, Gennaro ha l’opportunità di trovarsi da solo con Rosalba.
«Hai gli occhi stanchi e la faccia sbattuta» osserva lei. «Non hai dormito bene?»
«Ho cercato di dormire» dice Gennaro.
«Non ti è riuscito?»
«Sì e no.»
«Che vuoi dire?»
«Venivo spesso svegliato.»
«Svegliato da che cosa?»
«Dai fischi.»
«Fischi? Che fischi?»
«I fischi di Antonio.»
«I fischi di Antonio?»
«Sì. Mentre dorme, fischia. Almeno, stanotte fischiava.»
«È strano.»
«I fischi erano nitidi e forti. Forse sognava qualcosa che lo faceva fischiare, e lui senza volerlo fischiava davvero.»
«O forse eri tu che li sognavi, quei fischi.»
«Ti assicuro che no. Erano i suoi fischi che mi svegliavano.»
«Magari russava col fischio.»
«No, non russava. Fischiava e basta» conclude Gennaro.

Più tardi, Antonio incontra Rosalba in assenza di Gennaro e, senza darle il tempo di aprir bocca, le annuncia gravemente:
«Gennaro è un tipo simpatico, ma non pensare di fidanzarti con lui. Non dargli retta, lascialo perdere!»
«Questa sì che è bella!» sorride lei. «Ti assicuro che non mi ha mai fatto chiaramente una proposta del genere. Ma, poi, perché dovrei lasciarlo perdere?»
«Ha un brutto difetto. Un difetto tremendo. La tua vita con lui sarebbe un inferno.»
Rosalba è incuriosita al massimo:
«Un inferno? Che difetto?»
«Russa! Russa maledettamente!»
«Molti russano.»
«Sì, ma lui è una sega elettrica. Rumorosissima. Qualcosa d’insopportabile! Una vera tortura!»
Rosalba lo ascolta incredula e divertita:
«Magari esageri.»
«No, non sto esagerando. Ho passato tutta la notte a fischiare per fargli interrompere quel concerto assordante. Impresa inutile. Smetteva un attimo e subito riprendeva più forte di prima. Una condanna, ti dico! Una condanna! Non dargli più retta. Con lui accanto non riusciresti a chiudere occhio. A meno di dormire in camere separate. Lascialo perdere, è meglio!».

 

dormire male