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Religioso o laico? Questo, gentili lettori è il mio dubbio sul governo dell’amico Gentiloni, (Amico, amico, non mugugnate!) rampollo nostro contemporaneo di un Casato Gentiloni che, volendo, potrebbe vantare una sua storia di trecento e passa anni di buon nome in Italia. E su questo particolare Manubrio non ha alcun dubbio. Il dubbio è sul governo di Paolo Gentiloni che non mi capacito al momento di fissarne l’identità pubblica. Esso sembra infatti un governo politico perché segue la linea del predecessore e ne ricalca le orme a prova di bomba quando, malgrado la voce del popolo (voce di Dio, aggiunge il proverbio), include nella compagine governativa quella Elena cui non potrebbe mai e poi mai essere attribuita la colpa di essere fuggita con Paride, ma ben altro e sicuramente di carattere squisitamente politico, per la cui ragione il Renzi, ex presidente, ha dovuto lasciare la stanza dell’albergo portandone con sé la chiave. E va bene (o va male? fate voi) quello di lasciare la signora Elena sulla piròga del nuovo governo è gesto politico. Chi lo ha fatto se ne è reso responsabile in omaggio a ragioni contingenti e – lo ripeto – : politiche. Pace. Ma ecco un altro adempimento per il quale non varrebbe alcuna ragione di carattere politico per giustificarlo, e solo il ricorso alla religione cristiana e alla morale evangelica dell’ammonimento pronunciato personalmente e di persona (una camilleranzata non guasta, in un caso come questo) da Gesù quando si rivolge alla folla pronta a scagliare le pietre sull’adultera condannata, appunto, a morire per lapidazione. Dice Gesù alla folla che è tutta indignata e vogliosa di uccidere: “Chi di voi non ha peccato scagli la prima pietra”. Ebbene? Proprio da questo principio religioso parte il mio dubbio quando constatando che sono stati chiamati a far parte del governo personaggi con carico di procedimenti penali in corso, mi sono chiesto e chiedo se questo non sia un governo religioso. Un governo che consapevole per nobiltà della propria coscienza dei reati umanamente ordinari alla consuetudine della politica governativa, ferma la mano dei lapidatori idealmente e religiosamente applicando il principio indicato quella volta da Gesù. Un modo metaforico d’alta diplomazia religiosa, attuato col confermare gli stessi sottosegretari del precedente governo, un paio dei quali, pesantemente imputati, a lume di ragione e retorica politica, non avrebbero avuto più alcun titolo per conservare le rispettive cariche di governo. Governo religioso o laico?

 

pietra