Analisi scientifiche e approfondimenti di un magistrato italiano cultore del giallo nordico
A un convegno di studi sulle opere di Luigi Capuana tenutosi nel secolo scorso, un autorevole relatore, Gino Raya, anche lui mineolo di origine, si chiedeva quanti temi di fantascienza e di giallo fossero da individuare tra le varie opere narrative dell’Autore di Scurpiddu e del meno celebrato Profumo. Raya, docente universitario e teorizzatore del famismo, non si faceva sfuggire occasioni per trovare nelle opere di autori “classici” qualche pagliuzza da esibire come indorata dalla sua teoria; forse quella estemporanea divagazione, peraltro oratoria, (infatti non vi sono tracce scritte di quel suo intervento,affidato alla memoria di chi vi ha partecipato come relatore o assistendo tra il pubblico), può essere stata suggerita dalla opportunità di stemperare l’interesse per la tesi che gli stava a cuore con cenni che ne coonestassero l’intrusione forse impertinente. Fantascienza, Giallo, due filoni non proprio affini tra loro e ancora poco rappresentati in Italia da opere di qualche spiccante valore al di fuori della imponente circolazione, in quegli anni, del Pasticciaccio di Gadda ma di più del poliziesco di Sciascia e di tutta una produzione sottoboschiva di edizioni “tipografiche” affannosamente proiettate sull’orma profonda del successo sciasciano de Il giorno della civetta, cui tanti non riuscivano a trattenersi dallo scimmiottare e parodiare a partire dal titolo, proponendo risibili temi di Il giorno dell’avvoltoio, quello del serpente, dello sciacallo, e così a man salva e quacison’ìo. Frattanto, in sede di ricerca accademica si faceva strada l’autorevole e definitivo interesse accademico del Petronio per il genere giallo, da accogliere a porte spalancate nella storia della letteratura italiana. Discorso ozioso a spolverarne aspetti di misure provinciali, di un passato talmente prossimo da doverlo fingere remoto, per non soffrirne, ora per allora, il pudore culturale verso l’aspetto quasi grottesco che propone la memoria contro la sua pregressa realtà. E va bene. Va bene al punto da farci scoprire particolarmente interessati a indagare sul lungo e stento percorso del genere giallo che in Italia,appunto, non aveva avuto accoglienze per studio e cittadinanza letteraria adeguati alla sua diffusione, almeno fino alla seconda metà del secolo scorso, ma non a livello di lettori, che anzi, proprio da questo ambito è scaturito l’impeto di stimoli a maggiore attenzione da almeno un paio di editori nazionali, Marsilio di Venezia e Sellerio di Palermo, come ci informano le ricerche di studiosi, anche extra accademia, in funzione di apripista per le ricerche delle facoltà di lingue e letterature straniere e, principalmente di letterature comparate.
Ci riferiamo alle ricerche esitate in specialistici saggi su riviste da Alessandro Centonze, proprio perché ci danno il destro per ribadire un aspetto interessante nel merito del valore che ha dimostrato di rappresentare l’intelligenza, la sensibilità per gli studi letterario-umanistici, nonché l’autorità culturale di un magistrato consigliere di Cassazione, che presta la propria sensibilità di cultore di una materia non necessariamente complementare alla propria carriera. La testimonianza della eccellente ricerca di Centonze sul “Giallo nella letteratura nordica” giunge infatti attraverso un documento scientifico di prim’ordine d’ambito accademico e di portata internazionale: l’edizione in volume di una amplissima documentazione a sfondo di resoconti scientifici, analitico-filologici, sulla letteratura del giallo nordico. Documentazione selezionatissima, collazionata da cultori accademici specialisti del settore per una crestomazia di confronti scientifici destinati ai corsi monografici delle Università, nel mondo, specialmente per le facoltà di Letterature straniere e Comparate. I testi sono in lingua inglese, con riproduzione di lacerti espunti dalle ricerche nella lingua originale dell’analista menzionato, come per l’eccellente caso di Alessandro Centonze, di cui qui riportiamo, a copia incolla, due stralci:. <<Occorre segnalare come il giallo nordico rappresenta un genere che, nell’ultimo decennio, ha goduto di una grande fortuna, dando origine, grazie alla lungimiranza della casa editrice Marsilio di Venezia, a un fenomeno editoriale che non ha eguali nel mondo letterario nostrano. Grazie al grande successo ottenuto, dapprima, con la pubblicazione dei romanzi di Henning Mankell e, successivamente, con la pubblicazione della trilogia “Millennium” di Stieg Larsson, la Marsilio ha dato vita nel nostro Paese a un vero e proprio fenomeno culturale, creando una collana intitolata ‘Giallosvezia’ e ponendo le basi per una riscoperta del mondo scandinavo e della Svezia in particolare, che costituisce l’epicentro culturale ed editoriale di questo fenomeno (Cfr. pag. 234 di Bridges to Scandinavia. Edited by Andrea Meregalli and Camilla Storskog. Dipartimento di Lingue e Letterature Straniere – Facoltà di Studi Umanistici Università degli Studi di Milano). Discorso cui a pag. 236 del medesimo volume fa seguito con diagnosi esplicativa e personale dello stesso studioso che illumina aspetti ulteriori del giallo nordico con concetti sinteticamente definitivi e definitori inediti: <<Gli autori che rappresentano [il giallo nordico] utilizzano modelli letterari noir per descrivere le crescenti insofferenze, sociali ed economiche, del mondo occidentale – di cui la Svezia ha sempre costituito un esempio di welfare state difficilmente comparabile con altre parti del pianeta – che influiscono sulla vita degli individui, alienandoli e portandoli a condizioni di disagio individuale tali da indurli a commettere un delitto (2012).>>. (28 First, it can be observed that Centonze here uses “noir” as a synonym for “giallo”, showing once more that the line between these two terms is quite subtle. It is also interesting to note the way he links the social sphere of an individual to the private one by recalling Sjöwall-Wahlöö’s tradition of Marxist criticism.(…) Cfr. Ibidem. Pag. 236. Un parere estemporaneo sull’esito delle analisi del magistrato Alessandro Centonze, in “toga” di esegeta del Giallo nordico, ci concilia sul valore e sui significati della ricerca scientifica dei cultori. Ricerca collaterale rispetto a quella accademica degli specialisti addetti e docenti di una particolare materia. Anche se, proprio per il caso del raffinato interesse scientifico del magistrato Centonze per la letteratura nordica da scaffale alto, ci tenta, infatti,l’esito di qualche riflessione sul cultore specialista militante per professione di giurisprudenza penale, come tale spontaneamente attratto dagli esiti artistico letterari offerti dai romanzi gialli, specialmente quando essi propongono, rispetto alla consorella produzione nazionale, spunti contenutistici che stimolano la stessa sensibilità della routine professionale, fino a poter esitare contributi originali, nuovi e definitivi in utroque formatio, scientiae ac vitae.