Al momento stai visualizzando A ciascuno il suo

tratto da una conferenza tenutasi a Partinico il 2 ottobre con BCsicilia

La mafia è pensiero. Riporto la definizione del termine “mafia” resa da uno dei più grandi scrittori contemporanei viventi: Mario Grasso.

Infatti, come recentemente dichiarato da un magistrato fortemente impegnato sul fronte della lotta al sistema mafioso, il paradigma mafia, inteso come organizzazione criminale, è stato smantellato, demolito, ma ahimè ciò che resiste è il metodo mafioso, cancro fortemente radicato nella mentalità della collettività.

A ciascuno il suo, riprende il tema della mafia quale lo avevo rappresentato ne Il giorno della civetta: ma è ormai mafia urbana totalmente politica. Ma il movente vero a scrivere questo racconto mi è venuto dalle delusioni del primo centrosinistra. È un buon racconto, credo; tecnicamente ben condotto, che si legge bene. Vi ho impiegato, come già ne Il giorno della civetta, ma più affinata, la tecnica del poliziesco. Ma con esiti paradossali, in un certo senso parodistici. Posso anche dire che è un libro scritto passionalmente (l’indignazione e il disprezzo sono le mie passioni più forti, forse)…”

Ecco lo stralcio di una dichiarazione rilasciata dallo scrittore Leonardo Sciascia, a proposito del suo romanzo A ciascuno il suo.

Ma Procediamo con ordine, non potendosi prescindere in un procedere esegetico del romanzo che stiamo analizzando, dalla collocazione temporale e dello scrittore e dell’opera in esame.

Gli anni a noi vicini, 2019 – 2022 sono e saranno caratterizzati da grandi ricorrenze sul piano letterario. Non a caso quest’anno ricorre il centenario della nascita dello scrittore Leonardo Sciascia insieme a Rigoni Stern, che segue al centenario nel 2019 di Primo Levi e Bufalino nel 2020, mentre nel 2022 sarà il turno di Pasolini, nel 2024 Bonaviri e Paolo Volponi, tutti intellettuali nati negli anni 20 del secolo scorso.

 Ecco, la vicenda intellettuale di Sciascia si colloca nel periodo storico 1921 -1989, la sua maturazione passa attraverso eventi epocali quali la guerra, la fine del fascismo, la shoah, la resistenza, la nascita della repubblica, il terrorismo, il crollo del muro di Berlino.

Definito da Antonio Tricomi l’ultimo grande scrittore moderno, insieme a Calvino, Pasolini e Primo Levi, la sua espressione letteraria è caratterizzata dalla conflittualità tra eredità del passato e contemporaneità, conflitto nel quale in particolare l’anno 1956 caratterizzato da importanti cambiamenti politici, stravolge in generale gli orientamenti e nell’ambito letterario provoca il   collasso del neorealismo, sino a quel momento dominante. La formula letteraria allora risulta turbata e segnata dalla ricerca di inedite forme di scrittura, che vogliono intercettare il nuovo corso della storia. Si coglie il bisogno di destrutturare gli schemi e i generi ereditati dalla tradizione, di rinnovare la tradizione del romanzo realista e sperimentare nuove forme espressive, ed è negli anni 60 che si fa strada l’idea dell’inchiesta e del giallo metafisico. Sciascia dichiarava; credo di essere saggista nel racconto e narratore nel saggio.

A ciascuno il suo, traduzione letterale della frase latina Unicuique suum è stato pubblicato nel 1966 ma il suo tessuto narrativo è ambientato nell’anno 1964.

Il Professor Paolo Laurana, è un insegnante di liceo classico a Palermo, viene considerato un docente bravo anche se un poco curioso, è deciso e irremovibile ma testardo, a volte ingenuo, molto legato alla figura della madre, con la quale convive e per la quale si sobbarca di viaggiare ogni giorno per raggiungere la città dove lavora.

Egli in fatti vive in un paesino di provincia e lavora invece nella città.

Il Dottor Roscio, lo incontreremo solo all’inizio del romanzo, andremo ricostruendo durante la trama del romanzo che scopre il tradimento della moglie Luisa con il cugino avvocato Rosello, ma non si abbatte, anzi reagisce con furbizia, riesce ad impadronirsi di un dossier compromettente nei confronti dell’uomo e decide di rivolgersi a un deputato comunista, ( quindi di corrente politica contraria a quella di Rosello)  per denunciare i suoi malaffari .

Il farmacista Manno è solo uno strumento, riceve una lettera minatoria, la lettera che costituisce anticipazione di morte per il farmacista che la tiene tra le mani, non è uno strumento di morte, ma reca il significante della morte. La lettera è il primo elemento di depistaggio, perché tutti pensano che l’obiettivo sia il farmacista perché ha ricevuto la lettera minatoria, in realtà il poverino viene solo sacrificato per sviare le indagini.

Luisa la moglie di Roscio, donna fatale, bella ma ingannevole e falsa, in realtà è l’amante dell’avvocato Rosello, suo cugino e sarà sua complice fino in fondo.

L’avvocato Rosello, cugino di Luisa, un uomo spregevole, inizialmente sembra voler aiutare Laurana, invece è coinvolto mani e piedi, non solo negli omicidi, ma anche nel sistema malavitoso e negli intrecci mafiopolitici della società.

Nei locali del tribunale, Laurana lo incontra insieme al politico al quale Roscio, la vittima, avrebbe voluto consegnare il dossier di denuncia e in compagnia di un terzo losco individuo che ha in mano un sigaro di marca Branca, lo stesso tipo di sigaro ritrovato nel luogo del delitto.

Sarà Rosello alla fine del romanzo, in una terribile e cinica parodia, a sposare la cugina vedova, fingendo di sacrificarsi per pietà, perché così vuole la convenzione e tutti approvano, anche se sanno che la verità non è questa.

Ma in questo criminale intreccio malavitoso, la chiesa ha purtroppo un ruolo preponderante. Sul retro della lettera minatoria, che apre il cerchio di eventi a tinte fosche nella scena dei delitti, il perspicace professor Laurana nota la frase Unicuique suum, è il motto che contraddistingue un giornale vaticano, l’Osservatore romano, soltanto due persone in paese lo ricevono, il parroco di Sant’Anna e l’arciprete. Proprio l’arciprete zio di Luisa e dell’avvocato Rosello, avrà un ruolo non indifferente nell’intrigata vicenda, in lui viene raffigurata la corruzione del clero, fingerà di non sapere della tresca, laddove invece è molto bene informato ma chiude un occhio per interesse. Non se ne rende conto l’arciprete del vero motivo per cui Laurana lo va a trovare, perché viene fuori che la scritta unicuique suum era stata ritagliata proprio da un suo giornale.

Abbiamo detto in premessa che i fatti sono ambientati nel 1964 e non dobbiamo dimenticare che gli Anni 60 in Italia costituiscono un momento di grandi evoluzioni in ambito letterario, sono gli anni di un nuovo grande fermento, della neoavanguardia e del gruppo 63, si dissolvono le forme collaudate della dialettica intellettuale.

Le dichiarazioni degli intellettuali del periodo:

Violento attacco alla figura tradizionale degli intellettuali. Fortini 1967,

Pasolini il divenire è divenuto, mi sto adattando alla degradazione,

Calvino bilancio malinconico dei decenni passati,

Primo Levi scontava i segnali di una estraneità o incupito isolamento, dopo La tregua veniva autocensurata la sua idea di letteratura.

Insomma, tutti percepiscono negli anni 60- 70 la irreparabile perdita del passato e purtroppo  il ritorno di un presente opaco, per nulla ottimistico. Punto in comune tra loro, divisi tra la fiducia e la sfiducia della funzione dell’intellettuale, il senso di solitudine e la convinzione sempre più radicata della funzione, civile o pedagogica affidata proprio alla loro arte. Si presentano come scrittori sperimentali, operano una profonda rilettura dei classici e del romanzo moderno, sperimentano nuove combinazioni di posture intellettuali.

Sciascia in particolare, piegava le trame dei suoi gialli in una dimensione sempre più allegorica, dialogava col romanzo storico, il pamphlet, il giallo, il poliziesco già sperimentato da Carlo Emilio Gadda. Lo sperimentalismo lo portava a congegnare la cura dei dettagli, attraverso una interpretazione intuitiva della vicenda narrata, fino ad arrivare  al giallo filosofico, nelle strutture retoriche dei suoi gialli, il valore e la funzione civile opera la revisione della tradizione letteraria, lo stile si rinnova tra la complicazione della sintassi e intensificarsi dei turbamenti ritmici espressivi , ed ecco che si attua la  natura sperimentale della scrittura, a servizio di un problematico impegno pedagogico e civile.

 Pasolini parlerà di romanzo giallo metafisico di Sciascia, che si esplica in un universo che elabora fino alla follia i dati della realtà.

Ma torniamo al romanzo, è  un giallo anomalo questo, perché al contrario del giallo classico che vede il trionfo dell’investigatore, qui l’investigatore non ha scampo, sarà  sconfitto, al punto tale che finirà per perdere la vita.

Laurana infatti viene sedotto da Luisa che lo adesca in una trappola in combutta con il suo amante, Rosello. Alla fine verrà ritrovato in una solfatara, sotto le pietre. La sua morte non viene trattata nemmeno in forma diretta, ma si evincerà  in maniera indiretta, attraverso le cronache del paese, dopo che la madre ne avrà denunciato la scomparsa. Al contrario, Rosello e la vedova si sposeranno con il beneplacito di tutto il paese.

Questo giallo è una denuncia sociale. E’ il trionfo del male, un finale amaro, a tinte fosche, che lascia un senso di profonda amarezza e prostrazione, ai prepotenti, i mafiosi, l’intrigo, l’inganno.

Ma vi è un altro anniversario da ricordare nel 2021, 100 anni fa il 5 gennaio 1921, in Svizzera, nasceva lo scrittore Fridrich Durrenmatt, il quale morirà nel 1990, la sua opera letteraria di romanziere e drammaturgo si  imporrà  all’attenzione del grosso pubblico e lo candiderà  al successo , la cifra della sua scrittura è la  denuncia di misfatti nascosti dietro il perbenismo della società di facciata. Satira e spirito critico nei confronti della società, si ravvisa nel romanzo La promessa, lavoro nel quale lo scrittore elabora la  tesi secondo la quale il caso governa il destino, il complesso poliziesco giudiziario è incapace di cogliere il senso più autentico della verità umana, il giallo senza colpevole, o per meglio dire, il giallo nel quale il colpevole rimane impunito .

Grande narratore e drammaturgo, Durrenmatt è un uomo che guarda la società del suo tempo la analizza e la critica senza risparmiare nessuno, si pone la domanda sul ruolo della letteratura, esistono ancora storie possibili degne di uno scrittore? Occorre creare grandi storie dotate di una loro logica intorno a grandi temi e  tutto ruota intorno alla libertà dell’individuo in relazione alla responsabilità individuale ,la ricerca della verità e della giustizia, sempre presente in tutti i suoi testi. La letteratura ha lo scopo  di  indurre il lettore sulla strada di una ricerca della verità, ma la giustizia esiste?

No, la giustizia non è afferrabile, il destino di coloro che indagano è sottoposto al dominio del caso.

Nel romanzo la  Promessa l’investigatore promette alla madre di una bambina di 7 anni che viene uccisa di individuare il colpevole, ma nonostante tutti i suoi sforzi la sua razionalità non servirà, la ragione arriva allo scopo ma non gestisce il caso che viene a sconvolgere gli eventi. La verità si cerca, la giustizia non si ottiene.

Nel romanzo a ciascuno il suo, l’investigatore, il professor Laurana, rimane vittima della sua curiosità, della sua ingenuità e di una società falsa e malsana, che lo schiaccia con i suoi intrecci fino a fargli perdere la vita, gli assassini trionfano e con beffardia  occupano posti di rilevo e di peso nella società, restano impuniti e sono rispettati da tutti e chissà quanti altri delitti potranno ancora commettere con il beneplacito della connivenza, con la reticenza e l’omertà di chi intuisce ma preferisce lasciar correre.

Due scrittori contemporanei, che in luoghi diversi elaborano omologhe teorie e costruiscono il poliziesco senza assassino, o per meglio dire con l’assassino che non viene scoperto e resta impunito e tutta la società è a sua volta complice con il suo intreccio di malavita, corruzione e interessi.

Laura Rizzo