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xenon

 

Proprio là, nella 18° colonna del sistema periodico, con la faccia al muro, il piccolo Xeno piangeva sempre. «Non mi vuole nessuno! Tutti pensano che io abbia la puzza sotto il naso, ma non è così, davvero, io ci provo…» Era un gas nobile e si sentiva tanto, ma tanto solo.
Aveva provato a fare amicizia con gli altri sei gas del suo rango, ma i risultati non erano stati poi così soddisfacenti. Insomma loro erano… inerti! Neon aveva una personalità brillante, ma era sempre così freddo all’apparenza e poi faceva troppo le ore piccole, quel nottambulo mal si accordava alla sua persona. Krypton? Troppo sibillino, averci a che fare era come giocare a nascondino perpetuo, un’anima “criptica”.  Argon era un pelandrone (e chi lo smuove!).
Elio… quello sì che gli piaceva, era diverso dagli altri del suo ceto! Rispetto a Radon o a Ununoctio era così solare e semplice, con quel suo paio di elettroni nel livello s, e poi anche lui era suo pari in nobiltà, si vedeva. Però Elio preferiva Idrogeno, quella volgare e dozzinale mezza calzetta della plebaglia periodica! Chi si credeva di essere con quell’infimo numero atomico?
«Devi essere contento caro Xeno, tu sei fra i pochi privilegiati che ha l’ottetto, sei completo di per sé, guardati, di elettroni ne hai quasi più di tutti, hai qualità speciali, sei fortunato!» così  diceva il farmacista, mentre gli accarezzava teneramente il nucleo. «No, non è vero – rispondeva Xeno – io preferivo avere qualche elettrone in meno negli orbitali, abbrancicarmi a qualcuno, magari diventare uno ione coglione o un covalente demente, ma no, non così solo, non potevo avere qualche elettrone in meno? Non li voglio!» Allora sferrò un calcio a un elettrone nel suo livello più vicino ma questo gli rimbalzò sul naso roboando per tutti gli orbitali e facendogli un male cane. No, non riusciva a liberarsene neanche volendo.
«Hai provato a potenziare le tue forze di attrazione interatomica?» gli avevano detto un giorno gli psicologi da salotto. Ma quando mai! Semmai si limitava a qualche rapporto occasionale con Fluoro, raramente con Uranio, ma quello era un tipo instabile.
Elio preferiva Idrogeno. Quel prezzemolino, piccolo piccolo, spiantato, con un elettrone solo faceva le scarpe a tutti, si infilava in ogni dove. Incontrava Elio e li vedevi bruciare di passione nel sole. Poi incontrava Ossigeno e lo vedevi zampillare nell’acqua, e se faceva combriccola con Carbonio poi… si salvi chi può! Ti sfornava un fottio di idrocarburi.
Lui no, la 18° colonna era una torre d’avorio per lui, mentre guardava di sottecchi gli altri elementi zuppando di lacrime tutti i suoi orbitali. “Gas raro”! stemma di elezione e stigma di maledizione; chi aveva creato lui, lo aveva onorato e onerato di un pedigree molesto; oh come avrebbe volentieri barattato tutto il pregio dei sui livelli in cambio di un momento felice, banale, dozzinale, ma felice!
Lui li amava gli altri, davvero, erano loro ad essere xenofobi.

 

Aurora Romeo

E' nata e risiede in provincia di Catania. Si è iscritta in lettere appena conseguita la Maturità classica. Ha pubblicato un libro di poesia, Gocce di notti silenziose (Prova d’Autore, 2008).