A Empedocle
Sfugge tra
le mani
anche l’immutabile,
il continuo
monotono scorrere
di tutte le cose,
come se
un solo evento
avesse solcato
la terra e
il cielo e
seminato
un solo seme, che
ha preso a fiorire
in ogni campo,
uguale.
Questo è l’immobile
che rovescia ogni
logica,
ogni pensiero:
così
non c’è mai
un cominciamento,
un atto,
contro l’ostacolo.
Globale e
concluso è l’uomo,
forma letale,
dimentico
del suo destino
si perde
tra i suoi miti,
ricreati per ingannare.
Fuoco acqua aria e
terra, uso senza
sapienza, in mano
ai perduti nell’incerto, e
senza più anima.