Tra memoria e spaesamento
Mi chiudo nella memoria dei ritorni
e già sulla cinta dei confini della sera,
tra fenditure e cespugli di sospesi pensieri
i sogni scivolano negli acquitrini.
L’anima spaesata nelle rogge della negazione
distingue i morti tra ricordi e ammissioni
di nuvole, l’ombra dell’eccidio si staglia
ancora su coscienze assopite da menzogne.
Si cercano verità in pagine sgualcite
e in questo tempo d’ombre ove pure le foglie
sbruffano aliti di rugiada annerita di veleni
il sangue dei corpi respira il colore delle idee.
Non lasciate che i morti rimangano morti,
lasciateli vivere nell’integrità del loro sonno:
nessuno ci dica parole di troppo, nessuno
ci narri la tela di giustificati silenzi.
10 febbraio 2020
Quotidianità rinserrata
Vibrazioni e palpiti d’aria inceneriti
mi conducono nel gelido vento di pensieri
sversato su volti branditi da solfeggi di morte
in questo inverno infettato di paure.
Cerco vita al sole brucato dal dubbio
nel chiuso della normalità vestita di mestizia
e non so se presagio, inconsistenza, frode
chiederà il conto alla raccolta della verità.
La mia voce naufraga tra voci d’ossessione
giunge squarciata all’Uno in trepidante
sagoma che in sé perisce, e l’anima simula
serenità nella penombra dell’indecifrabile.
Tace la notte tra spiragli evanescenti
m’asserena la preghiera del cuore fanciullo
e l’alba che verrà dirà forse parole di speranza
tra solchi di nuovi aquiloni.
Vorrei un approdo veloce d’esiti trasparenti
per togliere le ombre che mi stanno dinanzi
non contare morti, contagi e guarigioni
fra il tepore d’una quotidianità rinserrata.
20 marzo 2020
Quando verrai a trovarmi
Quando verrai a trovarmi, toccami
come il silenzio dell’alba, baciami
con labbra di sorella, amica di viaggio
di un cammino lungo di luce, sfiorami
come rugiada del mattino;
non rapirmi come ladra nella notte
ma scrutami col sorriso d’un angelo,
raggomitola le fatiche di una vita
e le gioie rimaste chiuse nella stanza dei sogni.
Quando verrai a trovarmi, che non sia
vento o tempesta o bufera, solo una tenera carezza
in un volo a spirali, un sussurro di foglie
accompagnato dal labile slancio degli affetti;
solo uno sguardo di cielo alla speranza
mentre la vita si scioglie pigra al tramonto,
si rannicchia come passero nelle cimase dei tetti
l’infinito si fa abbracciare
e l’incertezza intona il suo ultimo canto.
Quando verrai a trovarmi,
l’usignolo abbandonerà il canto
e ramoscelli d’ulivo
voleranno in cielo
su aquiloni di speranza.
Le lacrime si muteranno in gioia,
i bimbi riposeranno tranquilli
sul petto delle madri
e liete notizie gli araldi
proclameranno per le strade.
24 novembre 2020
Se a Te somigliasse il mondo
Se a Te somigliasse il mondo
il sole risplenderebbe nella notte, la solitudine
accantonerebbe semi di lebbra tra carezze
di silenzio, il fluire dei giorni cambierebbe
la pena degli anni che volgono al tramonto;
mi addormenterei nelle braccia della luna
per visitare luoghi d’infanzia, versare
lacrime di felici navigazioni evocando
miti immutabili in queste sere d’attesa
con le mie tremule gambe percosse dal dolore.
Se a Te somigliasse il mondo
l’amore non sarebbe opaca mutazione né voce
distorta di primavere sepolte nella follia dei sogni,
la terra non piangerebbe morti in anticipo, le mani
pianterebbero ulivi nelle dune di deserti impenetrabili;
la speranza diverrebbe la mia stella cometa, il cielo
il giardino d’uomini con barili di nuvole, la compassione
inchinerebbe il capo su foglie stese sotto i ponti
prima che altra brezza salga e il freddo della neve
sommerga uomini e donne uccisi dall’indifferenza.
Se a Te somigliasse il mondo
la verità cancellerebbe parole mortali
prive di radici che per le strade il vento disperde
lacerando l’innocenza di cuori senza colpa;
per un attimo abbraccerei la terra
dal legno della croce
per dire a tutti
che l’Amore
è ciò che più conta.
11 dicembre 2020
Domenico Pisana
*
DOMENICO PISANA è nato a Modica nel 1958. Ha conseguito il dottorato in Teologia Morale presso l’Accademia Alfonsiana dell’Università Lateranense di Roma.
Piuttosto consistente la sua produzione culturale. Ha pubblicato: 9 volumi di poesie, 10 libri di critica letteraria, 11 testi di carattere teologico ed etico, 3 volumi di carattere storico-politico, 14 libri di didattica dell’insegnamento della religione.
Di Domenico Pisana si sono occupati la rivista di Letteratura greca Pancosmia Sunergasìa, l’Antologia poetica Romanta in italiano, inglese, francese e tedesco, gli autori Irena Burchacka e Anna Sojka che hanno tradotto in polacco l’opera teologica di Pisana “Sulla tua parola getterò le reti”, tradotta anche integralmente in versione spagnola da Augusto Aimar; ed ancora si sono occupati di Pisana il poeta e critico letterario rumeno Geo Vasile, che ha tradotto il suo saggio “Quel Nobel venuto dal Sud”. Salvatore Quasimodo tra gloria ed oblio” e la poetessa Floriana Ferro che ha tradotto il suo recente volume “Odi alle dodici terre. Il vento, a corde, dagli Iblei”;
Di Pisana si sono anche interessati “Il Giornale Italiano de Espana” di Madrid, il Giornale on line “L’ItaloEuropeo Independent” di Londra, la rivista francese “La Voce” di Parigi, la rivista letteraria internazionale Galaktika Poetike “ATUNIS”, il quotidiano on line dell’Arabia Saudita “Sobranews.com” e la rivista di Letteratura turca “Papirus”.