IL MALATO
Degente in corsia a fine cura
impala una suora grassottella
pregando la Madonna tutta scura
che gli ha risvegliato con la stella
posta sopra il letto con cura
la voglia di peccare da monella.
IL PECCATORE
Smargiasso e bonaccione il sagrista
accende la candela per la santa,
ma si fotte la suora sulla pista
di volo per la vetta dove tanta
è la bontà di Dio che presto smista
il fallo in prigione dove resta.
LA PERPETUA
Suona l’allegrezza dal campanile
di Bistorta perché con grande cura
la perpetua coi guanti sul fienile
ha scannato un pollo con premura
di farlo assaggiare come vile
ricatto al suo parroco se dura …
LE SOZZURE
Pertanto se il lombrico non si erge
più, ci sono tanti buchi da tappare
col nuovo silicone, non deterge
il paesaggio dei sogni per restare
sospesi sulle nuvole, sommerge
le sozzure del mondo per sognare.
LA CHIMERA
Gabbato dall’amore con il cuore
ciondolone si pente e si dispera
il cavalier del vento con un fiore
in bocca ma già fiuta nella sera
profumo di riscossa con l’afrore
del vinto che insegue la chimera.
SENZA SESSO
Per fortuna ha molta inventiva
il lombrico insonne senza sesso
che bricia calorie con una diva
del muto in calore che ben fesso
lo vorrebbe avviare sulla riva
del crollo da buttare nel cesso.
IL PASTO
Ma se non me la dai, pavoncella,
faccio senza, non sono un pidocchio
in cerca della luna, caramella
da succhiare, ma stai bene all’occhio
che nei sogni ti mangio cicciottella
e non mi arrivi neanche al ginoccchio.
RISVEGLIO
La trombetta della morte annunciava
la tua morte crudele, ma quell’altra
mia trombetta sgraziata reclamava
la vita non di certo quella scaltra
del poeta navigato che cercava
un briciolo di gioia col mantra.
COMMIATO
Non potete credere che adesso
nel punto della morte mi lamenti
e vi chieda perdono dal mio cesso:
vi regalo, se volete dei portenti
una piccola loffa con annesso
il pensier della vita dei perdenti.
IL GATTO
La signora Confetto ha un gatto
che porta sempre a spasso col guinzaglio,
lui dice sempre “miao”, poi come ratto
le salta sulle tette, ma per sbaglio
si strofina i baffi come un matto:
la signora finisce allo sbaraglio!
LA TRAPPOLA
Ha solo un piccolo Dio testardo
che sempre lo protegge dalla bufera
il casto ciuffolotto nell’azzardo
della vita col sorriso di chi spera
d’evitare la batosta di un lardo
sistemato per l’esca della sera.
LO SFIGATO
La signora Pappagallo ha un becco
ricurvo, se ti arpiona sei spacciato:
ti restano le preci, se sei secco,
che ti lasci la testa sul sagrato
appesa ai quattro venti col presecco
che gorgheggia in pancia da sfigato.
LA DEPRESSIONE
La signora Pompelmo è depressa:
maltratta il marito, lo sevizia
con richieste feroci da leonessa
del porno, lui risponde con mestizia
pregando il buon Gesù che quell’ossessa
si plachi con un bacio di malizia.
LA FOLAGA
Una piccola folaga gentile
ci starebbe con garbo a bocconi
nella mia delicata pancia vile
per darmi l’illusione dai balconi
della bellezza frustra nel servile
ossequio all’infinito nei calzoni.
I FOLLETTI
Nell’orto la signora Menegatti
fa razzia di cipolle e di cornetti
riderelli, ma frana con i matti:
s’inventa per nemici due folletti
che mangian il radicchio con due scatti
della bocca senza dire dei concetti …
Mario Rondi