Al momento stai visualizzando Oltre il confine… la fuga per vivere
dipinto di Shamsia Hassani

Una crisi umanitaria, un dramma sta attanagliando l’Afghanistan.
Il regime talebano da circa due mesi  torna a seminare paura, morte e violenza.
L’angoscia assale le esistenze oramai troppo fragili per poter restare  e contrastare quel potere totalitario.
Vite spezzate, vite in fuga , vite sospese in attesa di  avere una possibilità di rinascita.
La disperazione che probabilmente per noi  occidentali è difficile da comprendere, induce le madri anche ad abbandonare i loro figli e affidarli a chi, ritengono, possa salvarli da quell‘incubo di distruzione e morte.

Le donne tornano a vivere nel terrore di non potersi più esprimere liberamente in nessun contesto di vita: sociale, scolastica, accademica e lavorativa.

Sembra di essere tornati indietro di 20 anni, di aver vanificato estenuanti lotte e le conquiste sociali.

Vite spezzate, famiglie disperate.
È tutto terribilmente vero.

Quale futuro?
Unica fonte di speranza: la fuga!

Attese interminabili nell’hangar in attesa di poter trovare protezione nei corridoi umanitari.
Soltanto così si  può sperare  di ricominciare, di avere una possibilità per una nuova vita.

Ebbene, l’Italia è geograficamente lontana ma rappresenta un porto sicuro, sufficientemente distante per poter allontanare quelle immagini di morte, per potersi sentire protetti da quella tragica realtà di guerra.

Poi c’è anche chi, sceglie di nascere in Italia, perché la vita è dirompente ed è sempre capace di aggrapparsi a quel barlume di luce!

Il nostro Paese, nonostante tutto, dimostra una grande sensibilità e riesce ancora a dare lezioni di accoglienza.

Non si può rimanere indifferenti, anche se è troppo difficile immedesimarsi, accogliere il dramma umano perché implica impegno, sacrificio e rinunce.
Probabilmente è troppo complicato poter credere che oltre quel confine non c’è più Libertà e che niente tornerà come prima.

La televisione trasmette immagini forti, troppo filtrate e contaminate dalla paura della disperazione, ulteriormente alimentata dalle conseguenze della Pandemia, che ha contribuito a cambiare  le nostre misere esistenze, relegandole tra gli angusti e tristi  confini del distanziamento sociale, ove nuove forme di egoismo si sono fatte strada.

Tuttavia, una tragedia umanitaria incombe proprio al di là di quel confine che forse abbiamo virtualmente tracciato per sentirci più protetti, più sicuri.

Eppure, la solidarietà dovrebbe  oltrepassare ogni tipo di barriera  che soffoca  la sensibilità umana e condurla oltre il confine degli sterili egoismi ed individualismi, laddove la libertà non può essere impunemente  violata.

C’è chi continua a fuggir per poter dare un senso alla propria esistenza e a quella dei propri figli.

Si attendono le indicazioni di un G20 straordinario.

Emerge la consapevolezza che siamo al cospetto di un’emergenza umanitaria gravissima.

Sarà sufficiente un accordo, un mandato alle Nazioni Unite  per poterla affrontare, per agire direttamente ed efficacemente in una lotta contro  il totalitarismo e contro il terrorismo,  per scongiurare il rischio di una catastrofe umanitaria.

Vogliamo poter sperare che sia così, che non si perda di vista l’obiettivo di ottenere il rispetto dei diritti umani e delle libertà fondamentali, in particolare per le donne, oltre quel confine!

Milano, 11/10/2021

 Fabiola Marsana