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© Tim Noble e Sue Webster

 

L’ombra stërmà
dla neuit ant na paròla
ch’a sara ’l sercc ëspotrignà
(mach marlëstin)
ëd minca di bëstant:
stisse ’d malpron mineuje
e magonante ’nt sa surfassa
ëd véder gris na vira
àora sclint ma tòst dasiant
as plongio ’nt nòsta obada
– marlàit na festa –
giborà ’nt ël giàun dël cel.

Ringret glissant ant soa parura
ëd pieuva frèid-gilàuta
ant l’ora moca (o vijanta).
Grinor ch’a susna
arcòrd ëd toa cuchija
an cel na faravòsca ’d sol sesì
o bele ’n sentor leugn
d’amel che sliss as cogia
a stisse ’d galaverna ’n sj’erbo
al top ëd l’èira
frësca ant l’ambrun-a
viscà da toa vos farda.

Achit ëd prima pasia ’d susne
afaità con ’d lòsne ’d top afros.
Meusi l’hai vist, a l’avàit, toa riva
[scire nefas quem mihi, quem tibi]
laurà a mes da la toa slòira.

 

L’ombra nascosta       L’ombra nascosta/ della notte in una parola/ che chiude il cerchio spappolato/ (solamente un momento)/ di ciascun giorno pigro:/ gocce di dolore lente/ e malinconiche in questa superficie/ di vetro grigio un tempo/ ora limpido ma presto pacato/ si tuffano nella nostra alba/ – quasi una festa –/ gualcita nel giallo del cielo.// Rimpianti scivolosi nella loro apparenza/ di pioggia freddo-altalena/ nell’ora delusa (o che veglia)./ Amore che brama/ ricordi della tua conchiglia/ in cielo una favilla di sole intirizzito/ o anche solamente un sentore lontano/ di miele che liquido si corica/ a gocce di brina sugli alberi/ al buio dell’aia/ fresca nell’imbrunire/ acceso dalla tua voce  ingannevole.// Inizio di primavera tranquilla di desideri/ decorata con lampi di oscurità terribile./ Pigro ho visto, in attesa, la tua spiaggia/ [scire nefas quem mihi, quem tibi]/ arata per metà dal tuo vomere.

 

© Tim Noble e Sue Webster
© Tim Noble e Sue Webster

Dario Pasero

Nato a Torino nel 1952, laureato in Lettere Classiche presso l’Universitas Taurinensis, con una tesi sulla metrica delle commedie di Terenzio, è docente di ruolo di Italiano e Latino al liceo classico di Ivrea, oltre che giornalista pubblicista e collaboratore con la Regione Piemonte per i corsi di lingua e letteratura piemontese che si tengono in varie sedi del territorio regionale. Dai primi anni Ottanta del secolo scorso ha iniziato la sua attività di scrittore (sia in prosa che in poesia) in lingua piemontese: sue composizioni sono state pubblicate su varie riviste specializzate in Piemonte e altrove. In lingua italiana, oltre che con alcune testate giornalistiche locali, collabora con l’annuario eno-gastronomico, fondato da Mario dell’Arco, «l’Apollo buongustaio» di Roma. Al suo attivo sono i volumi di prose piemontesi Sapej (Ivrea, 1997; in collaborazione con Censin Pich) e di poesie: An sla crësta dl’ombra (Ivrea, 2002), Masche Tropié Bërgamin-e e Spa (Ivrea, 2006) e L’ombra stërmà (Catania, 2012). Alcune sue composizioni sono ospitate nel volume antologico Forme della terra–Dodici poeti canavesani (Torino, 2010) Ha altresì al suo attivo l’edizione critica delle poesie di Alfredo Nicola e del teatro di Armando Mottura (entrambe per i tipi del «Centro studi piemontesi» di Torino, rispettivamente, nel 2007 e nel 2009), la collaborazione al primo e al secondo volume di La letteratura in piemontese (2003 e 2004; antologia edita dalla Regione Piemonte; in collaborazione con Gianrenzo Clivio e Giuliano Gasca Queirazza) ed una recentissima Storia del teatro in Piemonte (in collaborazione con Fabrizio Dassano; Ivrea, 2012). Sta per uscire la sua edizione critica delle poesie piemontesi di Ignazio Isler (1699-1778). È direttore della rivista trimestrale «La Slòira» di Ivrea, che si occupa di letteratura piemontese sia antica che moderna e contemporanea, e del semestrale di varia umanità «l’Escalina».