Camminiamo soli e distratti.
Il silenzio circonda le nostre esistenze,
oramai scandite da una diversa normalità.
Ci sentiamo smarriti nella strada delle emozioni,
ove irrompono soltanto i rumori
delle ambulanze che ci ricordano la drammaticità
del momento,
e delle auto che sembrano schegge impazzite nel deserto.
Le nostre emozioni vorrebbero urlare
la sofferenza, il dolore, la tristezza e l’angoscia che stiamo vivendo.
Ma con la mascherina non si può.
Ci si deve nascondere e stare lontani,
perché il rischio è alto e la paura è altrettanto elevata.
In quale direzione stanno andando le nostre vite?
Quali strade stanno percorrendo le nostre emozioni?
Possono trovare espressione con i contatti digitali,
dove è tutto distante, ridimensionato e intangibile.
Dove non esistono abbracci, baci e applausi.
Eppure, è ancora possibile emozionarsi davanti ad uno schermo,
dove ci siamo trasformati in formato “francobollo digitale”.
Ci consola e ci sostiene questa possibile alternativa.
Così le nostre emozioni in queste fugaci occasioni si esprimono,
trasmettendoci quella speranza che tutto sia ancora possibile.
Però le emozioni spesso implodono
dietro quella maledetta mascherina.
Ma, i nostri occhi continuano ad esprimere i moti della nostra anima.
Sembra essere calata una lunga notte,
da cui vorremmo risvegliarci tutti indenni come gli altri essere viventi,
a cui Madre Natura concede ogni anno il privilegio di andare in letargo.
Invece, per noi essere umani è il tempo dell’attesa,
In cui siamo chiamati a riflettere sul significato autentico
del nostro andare.
È quasi Natale,
il tempo della luce e della speranza.
Quando tutti vorremmo essere felici o quanto meno sereni.
Purtroppo sappiamo che non potrà essere così.
Non importa cosa potrà o non potrà farsi.
Continuiamo a camminare
sostenuti dalla speranza
che dopo ogni notte
sorge sempre una nuova alba,
che viene per illuminare le nostre esistenze.
La strada delle emozioni ci attende ed è ancora tutta da percorrere!
Pavia, 6 dicembre 2020
Fabiola Marsana