Parole bucate
nel midollo
parlate da lingue
intorpidite,
da pensieri versati
come flussi a perdere
nel vuoto di una mente
senza sogni.
Vita morta
di una morte vissuta
senza memoria di morte.
Strade spezzate
nel sogno di una curva:
il viaggio si perde
nel ritorno di domani.
Sono i tuoi occhi
finestra sola
su di un futuro ancora
futuribile, schiarito
dall’azzurro delle idee:
aurora vergine
di luce nuova.
Portami tu dove la vita
è flusso che rinasce.
Spiegami l’innocenza
delle tue parole nuove,
degli occhi di luce
che bruciano stupore
e meraviglia.
Sei venuto
da dentro di me
per raccontarmi la vita
del mio essere
con le sole
parole della carne.
A sprazzi si apre
un’altra via che scivola
nell’ombra oltre la luce
e scende dalla mente
al sogno delle cose
mai vissute veramente,
perché perdute
in parole mai capite.
Non era che la vita
a raccontarsi in una storia
viva più nella memoria,
che nella mente
aveva concepito
tutto il mondo.
Era lo spazio ancora buio,
preludio dell’aurora
in quella via
che ora scende dritta
e porta alla parola.
Acireale, domenica 8 marzo 2020
Antonio Leotta