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Funambolo

Immaginati sospeso nel vuoto sconsacrato
dell’indomabile uomo.
un piede avanti, a dettar stabilità
nella precaria incertezza
e l’altro vacillante nel vuoto dissoluto.
Un funambolo, i cui primi passi son fili della corda
intrecciati d’amore e dolore,
due tiranti muovono i nostri legnosi pensieri,
siam burattini nel loro melodramma.
Elastici, flessibili
capaci di sopportare il peso dell’odio.
Occhi bendati da fasce,
coraggiose nell’esser fautrici del buio,
che cela il peccato umano
nell’incontrastabile disordine quotidiano.
Senza l’ignota conoscenza,
navighi nel mar del sapere,
scialuppa di esperienza.

Tormento

Abbracciami, braccia d’aria
m’avvolgono come il vento nei giorni in pieno inverno.
Il mento nella fossa dei pensieri,
scavano curiosi tunnel dalla forma tormentata,
in cerca di verità non rivelate.
Nel frangente fuggente che in un attimo rapisce le ore,
scendono le lacrime come frane nella fredda neve del mio cuore

Boccata

Mi perdo nel ricordo di una manciata di baci,
germogli nelle tue colline carnose
come l’oceano si uniscono in un fiume di amore.
Al margine del tuo cuore o
nel respiro della terra, che soffia via la polvere della giornata
rimane sospeso il fiore del tuo candore.
per te che sei una boccata d’aria fresca, in un mondo
dove l’ossigeno è un’asfissia di menzogne.

Oggi e domani

Trasudano gocce asciutte nelle palpebre bagnate di liquore,
mentre t’ubriachi di sogni io mangio amare verità
seduta al bancone dei ricordi all’insegna del presente.
Torna con i piedi a terra mentre lo sguardo fruga fra i volti muti dell’amarezza,
il bicchiere d’alcool si frantuma,
cade nel pavimento bagnato dalla benzina del mio cuore.
E s’accende..
Siamo l’anima di domani
E il corpo d’oggi, in un acerbo focolaio di sentimenti.

Luna primaverile

Luna alta splendi nella dimora celeste.
Nell’aria della quiete il vento della rinascita
fa germogliare rosee mele nelle tue gote;
dapprima scavate, come tane del letargo.

Notte primaverile,
tu stai in alto, all’apice dei miei pensieri, coperta della terra.
Sei piena e viva a diriger un corteo di ciliegi danzanti.
Nell’incavo dei rami t’osservo, madre celeste,
per mano con altre luminose osservi i cuori infranti nella notte, nido di mistero.

Come un faro in un mare di bugie,
mi illumini d’emozioni che fanno ardere il mio cuore.
Fiorisce la vita dopo un gelido letargo
E come un fiore smosso dall’ebrezza,
ti adagi dolcemente sul manto celeste e quasi divieni creatura divina.

Il tuo corpo è una costellazione di suoni e odori,
in una via lattea che osservo dal binocolo del cuore
e percorro d’immaginazione.
stessa passione m’avete pervaso.
E per questo a te mi rivolgo, dolce luna,
accogli il mio amore, in questa notte primaverile.
                                         Maria Elena Centonze

*

Maria Elena Centonze è nata a Catania nel 2003 e frequenta il Liceo Classico “Mario Cutelli” di Catania.
Il suo esordio letterario è avvenuto quest’anno 2020, con la pubblicazione di alcuni suoi componimenti su Lunarionuovo.