La Stimmung di Marisa Aino con Samuel Beckett, Poesie in francese 1937-1939
│A V.S. Gaudio, anche lui avec chacune c’est autre et c’est pareil, il n’a pas son pareil│
à elle l’acte calme
les pores savants le sexe bran
lou1 sexe bran, mi dicesti, come se fosse
loubran lo sterco o quantomeno la crusca
les quelques haillons d’azur dans la tête
au service de la présence
che c’è di tardivo nella pioggia che passa
e nemmeno la grazia al calar d’una notte
à elle vide lui porc
d’amour
che se ne va là dove quello inferiore
appena viene immesso avverbio
quand mon père m’a donné un mari
dalla bocca idiota e la mano formicolante
je suis toujours trop jeune
en même temps la fenêtre est ouverte
dans sa famille, se così potrà dirsi
la mer et le ciel serein, fosse stata la mère
finanche la merde non certo la musica
dell’indifferenza, le coeur, le temps, l’air,
le feu, la sable, le silence, leurs voix et que
je ne m’entende plus, non è la pena
è il vento per questo non sei venuto
e poi dicesti: je bois seul
e io dissi : il bouffe, il brûle, il fornique,
lui crève seul comme un chien,
fossi stato un chien de mer, vai a farti fottere
da una cagna che strabuzza gli occhi
bevi da solo o aspetti anche tu la tua
Vincenza così per quanto col tempo buono
e con quello cattivo chiusi in casa propria
chiusi in casa loro, non certo da me
con tuo padre o quello che era non certo a
Lisbona e non era nemmeno mio padre
se fosse il vecchio pistone, the old plunger,
forse negli stessi anni a pestare, come
riferì prima Beckett nelle altre poesie in
inglese: pensa, la Vincenza dell’old plunger
che pesta l’inalterabile siero di parole,
i suoi occhi se portava i baffi se era buono
di che cosa è morto col tempo cattivo
e quello peggiore quando mangiava cavoli
da noi chiusi in questa casa cacava cavoli2
per questo mi son sempre detto che forse
era un mammut, che è più di un porco
fin dentro il porcile cielo e suolo
e una ad una le galline che contava
mia madre come se fossero le vecchie
voci d’oltretomba e lentamente quella
stessa luce che non solo sulle piane di
Enna in lunghi stupri, macerati in casa
propria da promesse spose a porci maritati
con scrofe e che vanno nei porcili altrui
a insediare, accolti e riveriti, le giovani
porcelle, ricordo un petit chien vert
du côté de la Rue Monge,
e poi tu che facevi i test di psicologia
per i lettori di “Argos”3 e avevi per amico
un fotografo a Torino di nome Monge,
e la sua amica con cui ti sei fermato
a guardare il fiume Po un pomeriggio,
i vuoti gradini, le alte case, il cielo di calcestruzzo,
una ragazzina che si tira dietro un cerchio,
una coppia, forse d’innamorati, mano nella
mano, che aria strana che c’era quella volta
a Torino, a mezza altezza dentro un négatif
irrécusable, certo che bevi da solo,
fottuto figlio di puttana, oh: il bouffe, il brûle,
il fornique, lui crève seul comme un chien,
un chien de mer, non c’è vento a Torino
che mai mi sorprenda andavi dicendo, stronzo
maledetto, in quale musica dell’indifferenza
eri finito cuore tempo aria fuoco sabbia
del silenzio e merda di cane e di porco,
ci fosse stato tra me e la scena il vetro,
étron maudit, o il cielo sereno e il mare,
la mer et le ciel serein, l’azur,
questo si paga per son sang sur les draps,
sur les pois de senteur, sur son mec che
con dita disgustose chiuse le palpebre
della ragazza che, è questo il prodigio,
tornò in famiglia toujours trop jeune
per aspettarne un altro vecchio e maritato,
avec chacun c’est autre et c’est pareille,
avec chacun l’absence d’amour est autre
avec chacun l’absence d’amour est pareille
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1 Articolo provenzale che in italiano, si fa per dire, nella resa anagrafica corrisponderebbe a “lu”, essendo il “lo” dialettale di “il”.
2 Che sempre sterco è, ci si riferisce al “bran” francese.
3 Come questo cinotest:→ Vuesse Gaudio, Che tipo di padrone sei?
“Argos” n.61, Milano novembre 1992. Detto tra noi, Vuesse Gaudio, nello zodiaco celtico, è del Piccolo Cane, quello del dio Lyr che regna sull’Oceano, e lui come vede un cane, pur se passa una giovane mortale dalla pelle morbida, non riesce più ad offrirle magnifiche conchiglie, e non sa il Vuesse che quella ragazza si è trasformata nel piccolo cane. Quando hanno fatto la campagna anticacca di cane a Varsavia, il poeta dei cinotest di “Argos”, come il dio Lyr, si è messo a guardare la ragazza che raccoglieva la cacca del piccolo cane, e avrebbe voluto lanciarle un pugno di erbe magiche…l’étron, non ha ancora capito che è per questo che si trasforma en petit chien! Oh: le petit chien-con?