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Michele Rapisardi, I primi poeti italiani alla corte di Federico II, Museo Civico di Castello Ursino, Catania

OH – O – HO ! Gabriele Nanfitò !

DAZEBAO DEL PARCO ORNITOLOGICO DI SICILIA

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IL MERLOROSSO D’AVOLA PRESENTA: FISCHI GORGHEGGI E ZIRLII

(Rubrica di botticelle e carote bianche di Sicilia scritta e animata da Gabriele Nanfitò)

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Un’onda di poesia si è abbattuta sulla Sicilia passando dalla riviera jonica di Savoca a quella tirrenica di Motta d’Affermo un ciclone di fiati umani a libero cannaggio che se fossero stati prodotti da mangiatori d’agli avrebbero scacciato per sempre dalla Sicilia i vampiri. Purtroppo l’umanità è debole e i poeti sono d’umanità così pieni da strariparne. Una brezza anemofila comunque c’è stata e gli effetti sono sotto (e sopra) gli occhi di tutti i siciliani. Per non dire d’Oltre Stretto da Reggio Calabria a Tarvisio da Gioia Tauro al Brennero e da Vibo Valentia alla Valle d’Aosta. Ma l’effetto reattivo si è maggiormente verificato in Lombardia tra Milano e Pavia, dove ci si chiede ancora stupìti se in Sicilia non sia tornata Nina alla corte di Federico Secondo Lancia e se proprio lei sia esistente-inesistente e ancora da appellare come “Ciciliana”. Ai commendatori il giudizio in chiave di poesia, mai sia una presa di sciambra tra le scale in spiaggia in vista dell’Eolie. Le elezioni sono vicine e tutto scola di scolature con una sola elle. Infatti non sono scollature anche se tali sembrano certe scelte della sorte. La Sicilia, insomma, tira e stira, sembra sia stata maledetta da qualche dio di passaggio in altre epoche e da allora non è riuscita a scrollarsi dalla croce.

 

Michele Rapisardi, I primi poeti italiani alla corte di Federico II, Museo Civico di Castello Ursino, Catania