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[rubrica di consulenza psicologica]

Gent.le dott.ssa Sottile, sono Simone, ho 21 anni e studio Filosofia a Catania. Scrivo per un confronto psicologico su un tema con cui da tempo discuto con un gruppo di colleghi, un po’ per interesse speculativo un po’ per gioco. In una relazione, qual è il confine tra affetto e altruismo e in che misura l’egoismo è conciliabile con l’amore?

Gran bella domanda, Simone! Meriterebbe un trattato ma in questa sede, dato che lei è “filosofo”, per incontrarci a metà strada mi sento di proporle uno stralcio tratto da uno dei libri di pensiero più affascinanti del Novecento, “Fuga dalla libertà” di Erich Fromm.

«L’amore non è “causato” in primo luogo da un oggetto specifico, ma è una qualità immanente alla persona, la quale viene semplicemente resa operante da un certo “oggetto”. L’odio è un appassionato desiderio di distruzione; l’amore è un’appassionata affermazione di un “oggetto”; non è un “affetto”, ma un impegno attivo e un’affinità interiore il cui fine è la felicità, lo sviluppo e la libertà del suo oggetto. È una disposizione che, in linea di principio, può volgersi verso qualsiasi persona e qualsiasi oggetto, compresi noi stessi. (…)

L’amore per una persona implica l’amore per l’uomo come tale. L’amore per l’uomo come tale non è, come spesso si ritiene, un’astrazione che viene “dopo” l’amore per una specifica persona, o l’allargamento dell’esperienza fatta con un “oggetto” specifico; è la sua premessa, benché, geneticamente, si acquisti al contatto con concreti individui. Da ciò deriva che il mio io, in linea di principio, è oggetto del mio amore tanto quanto un’altra persona. L’affermazione della mia vita, della ma felicità, del mio sviluppo, della mia libertà, è radicata nella presenza di una fondamentale disposizione e attitudine a tale affermazione. Se un individuo ha questa disposizione, l’ha anche verso se stesso; se può “amare” solo gli altri, non è in grado di amare affatto.

L’egoismo non si identifica con l’amore di sé ma, proprio con il suo opposto. L’egoismo è una forma di avidità. Come ogni forma di avidità, è insaziabile, per cui non c’è mai una vera soddisfazione. (…) [la persona egoista] non è mai soddisfatta, è sempre irrequieta, sempre sospinta dalla paura di non ottenere abbastanza, di perdere qualcosa, di venir privata di qualcosa. È piena di una bruciante invidia per chiunque, forse, abbia di più di lei. (…) questo tipo di persona fondamentalmente non si ama, ma prova per se stessa una profonda antipatia

Dunque, ricapitolando, Simone, non si ama a partire da un oggetto ma si ama l’oggetto perché si ama in generale. Amando in generale, non c’è limite a ciò che si può amare. L’amore per se stessi e quello per gli altri camminano insieme, e, lì dove manca l’uno o l’altro, non c’è davvero amore. Lo si scambia per amore ma sottende altri meccanismi difensivi (per addentrarci nella psicoanalisi potremmo citare la formazione reattiva o la razionalizzazione). L’egoismo, nell’accezione utilizzata da Fromm, non va confuso con l’amor proprio (che è sano). Anzi, diremmo piuttosto che, per amare davvero gli altri, bisogna amare anche e innanzitutto se stessi, ricalcando un po’ l’ormai risaputo assunto di ogni relazione vincente: lo star bene con se stessi per star bene con gli altri.

dott.ssa Giulia Sottile, psicologa

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Giulia Letizia Sottile

Giulia Sottile è nata e vive a Catania, dove ha compiuto gli studi e ha conseguito la maturità classica. Laureata in Psicologia e abilitata alla professione di psicologo, non ha mai abbandonato l’impegno in ambito letterario. Ha esordito nella narrativa nel 2013 con la silloge di racconti intitolata “Albero di mele” (ed. Prova d'Autore, con prefazione di Mario Grasso). Seguono il racconto in formato mini “Xocò-atl”, in omaggio al cioccolato di Modica; il saggio di psicologia “Il fallimento adottivo: cause, conseguenze, prevenzione” (2014); le poesie di “Per non scavalcare il cielo” (2016, con prefazione di Laura Rizzo); il romanzo “Es-Glasnost” (2017, con prefazione di Angelo Maugeri). Sue poesie sono state accolte in antologie nazionali tra cui “PanePoesia” (2015, New Press Edizioni, a cura di V. Guarracino e M. Molteni) e “Il fiore della poesia italiana. Tomo II – I contemporanei” (2016, edizioni puntoacapo, a cura di M. Ferrari, V. Guarracino, E. Spano), oltre che nell’iniziativa tutta siciliana di “POETI IN e DI SICILIA. Crestomazia di opere letterarie edite e inedite tra fine secolo e primi decenni del terzo millennio” (2018, ed. Prova d’Autore). Recentissimo il saggio a orientamento psicoanalitico intitolato “Sul confine: il personaggio e la poesia di Alda Merini” (2018). Ha partecipato a diverse opere collettanee di saggistica con contributi critici, tra cui “Su Pietro Barcellona, ovvero Riverberi del meno” (2015) e, di recente, “Altro su Sciascia” (2019). Dal 2014 ricopre la carica elettiva di presidente coordinatore del gruppo C.I.A.I. (Convergenze Intellettuali e Artistiche Italiane); dal 2015 è condirettore, con Mario Grasso, della rivista di rassegna letteraria on-line Lunarionuovo. Collabora con la pagina culturale del quotidiano La Sicilia.