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Il terreno è lavorato da strumenti

uguali, è costruito ogni segno

tempo che sfiora lentamente

la pupilla, il terreno

vendica l’arsura

con tant’acqua sotto il manto

l’incendio nascosto o dimenticato

nella lama di ghiaccio.

 

*  *

Sono tasselli, dal mosaico

si staccano insidiosi, acuminati

a poco prezzo il lento mastice

che uso nella volta m’invischia

le mani, sono sezione del muro

mattone, i vetri colorati

dispersi nel disordine

del corpo calcificato

prendono la mia fisionomia

la luce riflessa dall’alto

i colori cangiano

m’annodo furiosamente

nella parete d’edera pietrificata.

 

* * *

Una piccola dignità dalla voce

marrone, la mano stretta,

la sciarpa, l’autunno

è in anticipo, stagione

colorata di odori, lucine attente

richiami

che corrono da lontano, da…

 

Dimentico ogni giorno un peccato.

E’ forse questa la redenzione?

Tra poco è festa, le arance.

Dicono che quando penso mi curvo

la cenere, chissà cos’era la cenere.

(Renato Pennisi)