Al momento stai visualizzando Il bicchiere di Sandokan e altre fricchettonate 2020

Il greco bikòs (tazza) potrebbe essere la voce originaria di bicchiere, a patto direbbero i filologi di far transitare la parola attraverso l’antico franco bicher. Ma è questo filtro linguistico che non lascia comprendere in pieno a quali radici attribuire l’origine della voce bicchiere. Mi spiego con un esempio: l’uovo una volta tale ha pure avuto una gallina che lo ha prodotto. Che se poi dallo stesso uovo è nato un pulcino nulla cambia per l’origine dell’uovo, salvo il potervi aggiungere la fecondazione a opera di un gallo e la cova amorevole di una chioccia sotto le cui ali l’uovo a temperatura di gallina con febbre alta ha potuto far lievitare il seme che giunto a maturazione, divenuto pulcino ha frantumato il guscio, etc.

Vi sono persone la cui ingenuità rasenta altro. Non tanto l’imbecillità quanto la presunzione di sapere tutto. Eppure secondo Esiodo gli uomini a volte si rivelano più fortunati degli Dèi. Una fortuna talmente sfacciata da provocare risentimenti d’invidia tra gli inquilini dell’Olimpo. Personalmente conosco da sempre un genere di persone che continuano a destare sentimenti poco solidali presso gli Déi. Ma non sono molti, rispetto all’incontenibile popolo dei sapienti ingenui, la cui presenza è talmente incisiva nella società umana da provocare delusioni e frustrazioni per l’animo di chi è rimasto nel mezzo tra gli invidiati dagli Déi e gli imbecilli.

È stato Michelangelo Buonarroti a commentare l’errore nel quale cadono gli omosessuali quando credono di essere minoranza nella società civile. Un errore che non hanno finito di ripetere malgrado l’avvertimento di chi aveva smartellato sul ginocchio della statua marmorea appena creata, irritato dal silenzio impenetrabile della materia cui era stata donata l’immagine umana: “Perché non parli?”. La inutilità della parola testimonianza non scritta di cui si percepisce l’eco dovunque.

Sandokan portava chiusa in un sacchetto una tazza diciamo meglio: un grande bicchiere di quarzo del Caucaso. Glielo aveva donato il bisnonno Spargapise in punto di morte. Vi era incisa una frase profetica “Sarai uccisore di tigri”.

Duilio Genovese