Via Carmelo Campisi
numero cinque
è una modesta dimora
nel grembo tremante di Ortigia
dalle pareti incrinate
dalle selci
esala un lieve afrore
d’abbandono e d’oblio
il cortile di glassa e marzapane
è inaccessibile
un uomo semplice ha scritto
il proprio testamento
Venerando Chimirri sart
2
Ci si smarrisce con inattesa facilità
in questo calice di nepente
dove la meraviglia cava la roccia
un arco gotico a tutto sesto
sventagliando si offre
allo sguardo svagato
dei quotidiani avventori
il tricolore sventola sbiadito
persino quest’oggi
alto dalla terrazza più alta
rivelando equivoci indizi d’estate
così via Laberinto abbozza
i contorni d’un viaggio
senza principio e senza ritorno
3
Mi consumo dentro e fuori
fra i villi della Giudecca
ruga delli Bagni
piazza del Precursore
chi li percorre si ammala
di morbo inestinguibile
chi ne respira la salsedine
non torna più indietro
brucia mentre alita
inesorabile lo scirocco
è un mondo fragoroso e smemorato
via Della Giudecca
l’abbelliscono sorrisi contagiosi
intanto l’inganno dei profumi
confonde lo sguardo dei visitatori
4
Sembra che persino tra le mura
del tiranno Dionisio
in questa città
capolavoro di luce e vento di scirocco
si protendano come drappi
nove gradini in cemento armato
giacciono
sopra una insufficiente
frazione di nulla
come lo strappo irregolare della luna
fatto di cartone
neanche troppo distante
dalle vicende umane