Eri perfetta e sono rimasto (lì) per tutto il tempo a fissarti attraverso lo schermo ad ascoltare la tua voce. Sembra che sia in questo modo che ci si debba incontrare adesso. Uno guarda mentre l'altro, dietro al vetro, non può. Il mio sguardo ti bagna e tu non lo sai e se gridi alle mie spalle ti sento appena. Quando mi volto, sei già lontana e non mi accorgo neanche che il telefono squilla. A volte mi sfugge la magia ostentata e facile di tutto questo ma poi è attraverso quell’astrazione furente così banale che sento quanto ti amo quanto sei vicina pur essendo così distante da me. È allora che vorrei avere addosso tutti gli occhi del mondo una voce più potente o, almeno, uno stadio pieno di gente che dia a tutto ciò un senso fragoroso comprensibile. E vorrei che quelle persone mi applaudissero perché hanno capito, perché sanno che anch'io ora ho imparato e posso smettere così di doppiare la vita con la tua voce di farla parlare attraverso di te. Saresti tu questa vita nulla fiaterebbe al tuo posto e io potrei sentirla intera che sia prossima o lontana che sia vera o (dietro al vetro) scena madre silenziosa frutto della mia fantasia. gennaio-marzo 2012