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Da sinistra: Angela Bonanno, Salvatore Scalia, Mario Grasso, Francesco Foti, Antonio Leotta, Stefania Calabrò, Gloria Rapisarda, Giulia Letizia Sottile, Renato Pennisi, Salvatore Bommarito, Alessandro Centonze
  1. Quella volta che la montagna non è andata da Maometto, è stato Maometto a recarsi a trovare la montagna. Il detto è usurato al punto da sconsigliarne l’uso. Ma in qualche occasione può convincere a adoperarlo, anche a chi odia i luoghi comuni. Alludiamo alla sorte che è piovuta sullo statuto dei poeti del gruppo Cantorio Siciliano Itinerante: avevano inaugurato bene e continuato meglio. Da Catania, ospiti della libreria Mondadori di Piazza Roma, a Palermo, accolti generosamente nei raffinati locali del Circolo Ufficiali; e ancora, di mese in mese, da Sortino ad Acireale, da Balestrate ancora a Catania, etc. il passo lungo degli Itineranti del “Cantorio Siciliano” aveva persino dato un modello da copiare alla fantasia senza scrupoli della nutritissima legione dei domenicali del verso dolce, piovoso di consensi e da empatie spontanee.

Ma anche gli dèi hanno invidia, ci ha lasciato scritto Esiodo, infatti l’Olimpo del male ha fatto germogliare su tutto il suolo dell’Universo la pianta velenosa del coronavirus. Il Cantorio da allora è rimasto nello statuto e nel suo simbolo siciliano, che una dei suoi componenti, Giulia Letizia Sottile, aveva ideato e realizzato a mo’ di glifo: una pala di ficodindia con i frutti. Niente “itinere” e niente più incontri con inviti per il pubblico appassionato o cultore di Poesia.

  1. I surrogati non raggiungono mai l’effetto della loro matrice. Ma in mancanza dell’originale ogni tentativo di ripeterne gli odori e i sapori torna comunque gradevole, in attesa che si ricominci con la fruizione pratica della fonte primaria. Ed ecco che il Cantorio Siciliano Itinerante, non potendo forzosamente andare né invitare, si è ingegnato col poter fruire di una rassegna di Letteratura, per andare a trovare il suo pubblico a domicilio, viaggiando nell’etere, affidandosi alla “rete” on-line di universale accoglienza. Tenta il sospetto di poter essere seguiti anche da un più vasto pubblico e la speranza che, almeno gli amici di ciascun Poeta onorino l’iniziativa. Certo non sarà il Cantorio a influenzare lo scarso interesse verso la Poesia, è una caratterizzazione che continua a castigare da sempre il genere di Letteratura che si presenta con abito da cerimonia e profumo di cui non tutti gli olfatti percepiscono la rara e profonda incisività. Probabilmente la colpa è talmente di tutti da poterla attribuire al solito nessuno. È ardua impresa convincere qualcuno a prestare attenzione a ciò che, in abito scritto, letto o cantato, rivendica gioie e dolori di ciascuno e di tutti, cioè di un altro tipo di nessuno, rispetto a quello di cui si è qui detto prima sulla colpa.
  2.  Probabilmente nell’ascoltare o leggere Poesia ciascuno sente frugare nella parte più delicata e intima della propria umanità nascosta, e tenta di rimuovere più che ad ascoltare o leggere. Forse, appunto, come chi sente sciorinare in pubblico le proprie ansie, o gioie, o paure o altro che caratterizza l’essere umani. E il paragone lo facciamo ricordando la reazione dei bravi di don Rodrigo quando sentivano ciascuno nei rintocchi della campana ripetuto il proprio nome cognome e soprannome.

Eppure non è più stagione di bravi. Persino il potente don Rodrigo venne portato fuori del suo campo di gioco, e per sempre, quella volta, dalla peste. Ma il nostro è un discorso che a questo punto è diventato sconcertante e può sembrare, come infatti è, fuori luogo e fuori tempo, anche per quanti sanno e si approssimano a dimostrare che i tempi si ripetono e i luoghi si somigliano e tutto è perenne, come gli errori e le virtù umane. Quindi la Poesia come espressione di verità di uno, e rivendicazioni per tutti.

  1. I lettori diranno che è stato sprecato spazio e parole, senza il dovere di presentare gli Autori dei contributi di creatività letterarie presenti in questo numero speciale di Lunarionuovo. Ma proprio questo adempimento evitiamo, spieghiamo perché: in questa kermesse di Poeti siciliani sono presenti firme di maestri e di esordienti, preferiamo lasciare ai lettori il piacere di approcciarsi con loro. Se azzardassimo una presentazione rischieremmo di poter dedicare mezzo rigo o qualche aggettivo in più a qualcuno, rispetto agli altri, o, esito ancor più pesante, dare ai più noti un giusto risalto in più rispetto ai meno noti, che probabilmente o sicuramente, tra qualche anno saranno anche loro affermati e noti. E non finisce qui: infatti chi scrive questa nota dovrebbe ripetere con diversa sincera enfasi e leale motivazione, i ringraziamenti per ciascuno. Ecco perché da questa sede il ringraziamento va a tutti e di cuore da parte nostra, gratificati come siamo stati dalle adesioni d tutti i singoli Poeti invitati.

Poiché nessuno può andare ad ascoltare in qualche sede il recitale del Cantorio Siciliano Itinerante, per questa volta sono le poesie dei componenti del Cantorio a raggiungere amici, cultori, appassionati e ordinari lettori di poesia, fino alle rispettive abitazioni. Per il resto soccorre quell’altro dire pirandelliano e usurato come il primo che abbiamo citato all’inizio di Maometto: “così è se vi pare”.

Ludi Rector

Momenti dell’ultimo incontro in presenza presso la Mondadori Bookstore di via A. di Sangiuliano a Catania.

Da sinistra: (sopra) Giuseppe Raniolo, Giulia Letizia Sottile, Massimiliano Magnano, (sotto) Marisa Liseo, Emanuele Fiore, Maria Giammarresi
Da sinistra: (sopra) Francesco Foti, Aurora Lombardo, Antonio Leotta, (sotto) Ada Nicolosi, Gabriella Canfarelli, Ester Bonelli