(je t'aime je t'aime, sonatina per slash e baci, silenzi e sguardi; scritta e da eseguire sciogliendola in aria in una e per nessuna festa di lib(e)razione) neanche lo sguardo mi appartenne mai era la carezza battente frusciante penetrante accarezzante mi sfogliava mi spogliava mai lasciandomi nudo di sé regina mida a coprirmi d'una patina d'oro non mi sgomentò trovarmi nel suo occhio esserne lacrima e sorriso, vedere solo quel che essi vedevano un bambino anche passò un giorno (o fu una notte) giocando a far di me una pallina un volo un nido / sentii il gioco allargarsi in me / allagato senza respiro // in uno specchio fugace / mi scopersi diventato /// s f o n d o /// coperchio del mondo ordinato / dal disordinatore con l'ordine/: tenere il mondo in piedi / in serie di larghe pareti / in dilatazione ossessiva /// nel giardino delle disperidi non un fotogramma era mutato /// in un angolo restavo / motorino immobile / parcheggiato lungo la linea gialla / del presente sospeso // seppi di non essere immagine / di nulla, avverto il sapore di nulla dell'immagine / sono io il dove dove la lingua batte /leccando l'occhio dissolvendo /// l ' o r o /// con soffio di bombola avariata / Resisto, resiste in me che non esisto/ resisterà sola in surplace/ l'immagine ripetendosi ripetendomi indefinitamente/ sempre più definita vagante nello spazio tra gli spazi. /// ti amo ti /// non capisco, capisci? Che importa? Tutti possono capire, importante è non capire. Non sono // non è /// da nessuna parte (come colui ch'è fuor di vita) /// sao ko/// I'll meet again in a whirlwind face to face darkly / batti batti sul tasto / l ' i c o n a n o n s i a p r e p i ù q u i
(a)more solito
Pubblicato in: 2012, Maggio, n. 50/53 nuova serie, Poesia, sala Pier Paolo Pasolini