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Annamaria Squadrito

 

Annamaria Squadrito
Annamaria Squadrito

 

UN APPLAUSO PER ANNAMARIA SQUADRITO

Una delle frasi più analitico – profetiche di Eugenio Montale degna di essere sempre più presente in chi bazzica e medita tra meriti individuali, operatività sociale-artistica, etc. è quella su chi vive appartato in tempi di accelerazione universale del presenzialismo. Montale ha scritto che solo gli isolati, gli appartati hanno tuttavia qualcosa di nuovo da dire e proporre. Un concetto che ben si applica all’artista catanese Annamaria Squadrito, autrice di questo disegno allusivo. Un disegno ricco di molteplici simboli collegati con la “vicenda culturale” del rifiuto pronunciato da Bob Dylan al momento di ricevere la comunicazione del conferimento del Premio Nobel per la Letteratura. Il messaggio è in bottiglia dunque per leggerlo, una volta recuperato dalle fluttuanti onde che l’Artista ha disegnato, bisognerà pur estrarlo dal suo contenitore vitreo per poterne leggere il contenuto. Una considerazione che si avvale dell’ottimismo che la bottiglia non finisca infranta contro qualche scoglio. Intanto le occhiute pecorelle, “come l’una fa le altre fanno” avrebbe ripetuto Dante, infatti si stipano curiose e forse a bocca aperta in una estasi di belati e contemplazione che le fanno sentire protagoniste di tutto un teatro in cui s’intravede il simbolo del denaro, che l’artista colloca al centro dell’immagine, ma con segno di discrezione, in omaggio alla potenza del capitale che può persino non farsi notare, tanto è proprio esso l’ago delle bilance in un mondo di messaggi criptici in perigliose bottiglie e sottomissioni pecorecce, acritiche. Il premiato intanto se la canta e guarda altrove rispetto a quanto, a mo’ di serpentesco cordone ombelicale, si proietta dal medaglione di Stoccolma con l’immagine del Nobel. Da volto di bronzo però scaturisce qualcosa la corda, che fa un po’ da richiamo criptico e da allusività polisemica, tra l’impiccare e il collegare, l’accalappiare e il dipendere . E cosa dire del cannone mobile anch’esso collocato sotto la circonferenza emblematica e accanto al simbolo del dollaro? E ricorre la dinamite matrice del Premio Nobel l’emblema della distruzione, e il veicolo che inequivocabilmente allude alla guerra, alla protervia umana, mascherata ma anche esaltata dal cantante che se la gode a squarciagola dominando la scena faccia a faccia con l’effige, forse ghignante, del fondatore del premio maschera di una coscienza pelosa più che dal rimorso per avere consegnato al mondo i mezzi per distruggersi da sé. Un applauso ad Annamaria Squadrito, valorosa firma di Lunarionuovo nonché artista della protesta e della ragione umana offesa!

(Ludi Rector)