Non so se il fango
veste anche il disincanto,
non so se in quest’ora sporca
spogliarsi e rivestirsi ogni volta
davanti a un foglio
come la prima volta
tra le tue braccia
la mia fragilità diventa
la nostra forza.
Non so se il silenzio in te fissa o smuove
la nostra isola circondata di parole…
Quando le mani che vorresti altrove
le metti a pesare l’impossibile
ricorda che del cuore sei già oltre
le colonne d’Ercole.
Non so se la ferita della mia terra
segna il cuore
e tu mi sogni
con l’aura di primavera
che mi sfugge nei giorni…
e sempre cerco
amore allo specchio d’una pagina:
sono per me rosa con mille spine,
folla di cenerentole e regine,
solo per te “la più bella del reame”.