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Tanti occhi fa, avevi addosso quel profumo di more e fragole selvatiche. Lo disperdevi nell’aria scuotendo appena i capelli. Hai sempre avuto difficoltà a riconoscere quelle commestibili dalle “matte”. Tua madre ti diceva di guardare come avevano il capo: le fragole matte vanno a testa alta e, se la stringi tra due dita, esce una goccia d’acqua. Ti guardo sulla tua sedia a dondolo, la tua testa è reclinata verso il basso, una goccia ti bagna le mani, poi un’altra e un’altra ancora. Tanti occhi fa, scappavi dai vestiti al primo sole. Camminavi sul viale, un passo dopo l’altro, sino a che docilmente ti facevi mettere uno scialle sulle spalle scoperte. Eri più vestita quando eri nuda. Avevi ragione tu: l’oscenità è negli occhi di chi osserva. Ti guardo sulla tua sedia a dondolo, una vestaglia lunga ti copre sino ai piedi, bellissimi, ora come allora. Tante mani fa, non avevi paura del buio e degli uomini, tante mani fa conoscevi le tue soltanto. Poi colpi come tuoni, strappi come lampi, sangue, brandelli di corpi, il tuo trascinato in una stanza.

Tante mani fa, eri.

Vorresti un segno, vorresti un sogno che ti faccia vedere l’umanità come non è. L’umanità ti spaventa. Cattiveria, cinismo, egoismo, infedeltà, piaggeria, gelosia, invidia, egocentrismo, menzogne. Persone che hanno due volti, uno più mostruoso dell’altro, nascosti sotto una patina di buonismo fasullo, teneramente infantile. Non hai mai descritto i tuoi sogni, soltanto la realtà ed è una realtà spaventosa. Porti addosso le cicatrici delle innumerevoli ferite che ti sono state inferte. Hai imparato, nel tempo, ad allontanare da te le persone che ti hanno colpito, responsabili di ogni atto o parola vomitata per farti male. Hai esiliato quelli che credevi amici, parenti, hai quasi imparato a dimenticarli… ora sono poco più di ombre evanescenti, fantasmi doloranti che vagano nei sotterranei della tua mente. É innegabile, però, che tutto ciò ti abbia cambiato, profondamente, e dentro il tuo sorriso ci sono nuvole, tuoni e fulmini. Vorresti un segno, vorresti un sogno che ti faccia vedere l’umanità come non è, quella che vedi ti fa paura.

Tante mani fa, eri.

 Rosa Paola Maiolo