IL DISCO VERDE DELLA SPERANZA
Resta sempre un filo di speranza
nelle strisce beffarde di nero,
nella cupa tristezza che afferra
nel paesaggio di paglia se avanza
lo sconforto, ma non è tutto vero
il perfido malore che ti serra
la gola: c’è un trillo misterioso
che pulsa segreto e tumultuoso.
IL MALE INFRANGE
Quando meno l’aspetti si scatena
con perfidi tentacoli il male,
misterioso nel cuore che deraglia,
ma il flusso dei pensieri concatena
resistenze, dal profondo sale
l’onda che cancella, si staglia
nel gioco dei colori beffardi
che dicono – non è mai troppo tardi.
DISPERSIONE
Grovigli della mente, poi ritorni
punti di fuga, con spirali
di sogni, il respiro dell’anima
che toglie resistenze nei dintorni
del cielo, minuziose finali
del volo, in schegge di disanima
dell’incanto, nel guizzo della luce
che nell’onda al cuore riconduce.
INANELLARE
Inanellare sogni di speranza,
le spirali del volo tra gli astri,
il distacco dal peso, nel respiro
celeste, come tessendo la danza
di istanti sublimi, non disastri
di cuori trafitti, ma un giro
di danza nel candido firmamento
di chi espelle ogni lamento…
L’INCHINO
Non sono più nessuno, solo vento
che vortica, spogliato di sostanza,
smarrito senza nessun lamento,
brandello devastato nella stanza,
silente simulacro del fermento
d’anima in fessure dove danza
la beffa del destino ballerino
che si spezza nel perfido inchino.
LA COMPASSIONE
Un fremito, un gemito, sprofonda
la barca dell’amore: cosa resta
dei baci, le carezze? È immonda
la stiva nell’acqua per la festa
degli occhi tarpati dall’onda
che reca rigurgiti nella mesta
tua trasposizione dei segni,
che solo di pietà restano degni.
CANTO DEL FRINGUELLO
Ci saranno ancora primavere,
ma senza di me, canta testardo
il fringuello in gabbia, sorridendo
alle passerine dalle sue sfere
di cristallo: fa segni del ritardo
del destino, nel cuore ripetendo
che è ora di partire, lasciando
tutto, con la mente mormorando …
SALUTO
Il nero più profondo che diventa
il bianco dell’assenza, ma quel bianco
si trasforma nel tutto, poi nel vuoto
siderale fermenta la tormenta
dei pensieri, s’aquieta nello stanco
girovagare la mente, quel moto
dell’anima s’impunta nel saluto,
finisce per non essere creduto.
SCENETTA SERALE
Madama la morte mi sollazza
con lo sguardo furbesco, già cattura
la mente, mi sorride cevettuosa
con la gambetta nuda strapazza
il mio piccolo cuore, tanto dura
l’assalto con baci, burrascosa
l’uscita dalla scena col saluto
oltraggioso che sa molto di sputo.
CALCOLI DELLO SPIONCELLO
Resta senza respiro lo spioncello
che tenta di volare contro vento,
ma ride divertito dello spasso
di fare nei sogni il gradasso
che fracassa tutto in un portento:
getta la sua anima nel macello
con vizi e le virtù centellinate
al millesimo per tutta l’estate.
PICCOLI ARDORE
Un brivido d’ardore immotivato,
un poco patetico nella notte,
invade il lombrico che vacilla
nelle salde carezze con il fiato
corto, forse s’è preso delle cotte
per la bianca farfalla che gli spoilla
tenerezze sul bordo del divano
dove cerca d’allungare la mano.
LA LARVA
Sai, al punto estremo del respiro,
il sogno di parole dona fiato
alle vane speranze, inseguendo
il filo della luce, col sorriso
della larva che cala da un lato
della stanza a portare, intessendo
l’inganno, un sospiro di conforto,
quando vicino tutto gira storto.
IL BEN SERVITO
Nel trambusto del fuggi all’impazzzata
ha perso un frammento della coda
il tordo ballerino, scalognato
a tal punto da mandare l’amata
a marcire tra i rovi, ma che goda
tra vani singulti tutto il creato
che gli gira la testa sbigottito
poi nel constatare il ben servito.
LACRIMA
La lacrima che si perde sul tuo viso
è segno della vita che defluisce
pian piano dal fiume che straripa
di gioia dalle sponde con inciso
il segnale che tutto deperisce,
ma il pensiero rivive nelle stive
del ricordo col vago suo sorriso
perché il sogno non è mai reciso.
Mario Rondi
PontedilegnoPoesia: “Cavalier del vento” di Mario Rondi nel nono totem
Sarà inaugurato in agosto all’apertura della fase finale del Premio
Ponte di Legno (Brescia) – E’ di Mario Rondi la poesia che sarà collocata nel nono totem che, l’estate prossima, verrà installato a Ponte di Legno, in prosecuzione del percorso di “paese della poesia”. Quest’anno era stato proposto come tema “la terra” e la scelta del Consiglio Direttivo dell’Associazione Pontedilegno-MirellaCultura, che insieme al Comune promuove l’iniziativa, è caduta su “Cavalier del vento” del poeta bergamasco. Anche quest’anno, il presidente di MirellaCultura, Andrea Bulferetti, ha voluto ringraziare “tutti coloro che hanno inviato una poesia per il totem che è ormai diventato il punto di collegamento fra una edizione e l’altra del nostro premio nazionale di poesia edita, che quest’anno raggiunge il significativo traguardo delle dieci edizioni”.
Il totem con la poesia di Rondi va ad aggiungersi agli otto installati, negli scorsi anni, in vari punti di Ponte di Legno: “All’Oglio dove nasce” di Giuseppe Langella (2011), “Neve d’aprile” di Sandro Boccardi (2012), “Le verita’ della montagna” di Marisa Brecciaroli (2013), “Vento di fine agosto” di Curzia Ferrari (2014), “Se vardi el mund” di Franco Loi (2015), “Legno” di Alberto Toni (2016), “27 settembre 1917” di Franco Buffoni (2017) e “Dai suoi raggi” di Giuseppe Grattacaso (2018).
Mario Rondi è nato nel 1949 a Vertova, in provincia di Bergamo, dove risiede. Ex insegnante, dal 1978, quando esordì con “Corpo & poesia”, ha pubblicato numerosi libri di poesia, oltre a racconti soprattutto per ragazzi, con grande attenzione alla cultura popolare. E’ stato finalista dell’edizione 2014 di PontedilegnoPoesia con il volume “Cabaret”.
L’ottavo totem sarà inaugurato in concomitanza con l’apertura della fase finale della decima edizione di PontedilegnoPoesia, in programma dal 2 al 4 agosto prossimo nella località turistica dell’Alta Valcamonica.