Al momento stai visualizzando L’Asino e il quadruplo officio della storica dell’Arte

Divoravo libri e parlavo alle mie amiche come un libro stampato,
mai una merda nemmeno quella di Piero Manzoni o dell’Immenso di Zeno Zen,
dotto e istruito, un poeta che lavava i piatti l’arsenale di scienza,
questo deposito di dottrina, un’enciclopedia somatica, erudito fallico
per via della pulsione uretral-fallica di Leopold Szondi, testa d’uovo
e testa di cazzo, sapientone e letterato onanista più che umanista
coglione della manualistica e della Battaglia dei Gesuiti
portatore della scienza infusa e devastatore del proprio sapere
mai a fare sfoggio di citazioni tra testi e pentole, coperchi e diavoli,
tegami e ambulanti, toccavo le vette del sapere e il culo delle Torinesi
colto ricercatore in biblioteche per le arti liberali e il podice di
una storica dell’arte alla Gam rostro di cultura e (-phi) lacaniano
tra Hans Bellmer e Pierre Klossowski aiutandola a spostare la poderosa
e pesante collezione dell’”Asino” tra pube e mani e gambe e postfazione
del suo Dasein, mai dimenticata testatina e dedica se non tavola
fuori testo e piacere singolare leggenda e titolo del mio orgoglio peyronico
appendice e apparato critico, postilla e rinvio,nota anche in margine
sommario, inserto come nei “BolaffiArte” dell’epoca,
frontespizio dell’”Asino”, testo sacro del podice,
doppia  leone o quadruplo rispetto, analemma esponenziale,
quadruplo officio del mio oggetto “a” storico e dell’arte alla Gam di Torino
quadrupla leone del (-phi) del poeta del solleone

v.s.gaudio

Nota

□ Il formato “doppia leone” è 50×75; il “quadruplo rispetto”: 68×90; “quadruplo officio”: 68×90; la “quadrupla leone” è 75 x 100.

□ Zeno Zen[=Luciano Troisio], IMMENSO, liriche, a Piero Manzoni:Pura univoca produttrice di senso/né parola come donna pubblicata/alla tua aurea merda penso/che la speculazione non consente…, All’insegna del Pesce d’Oro, Vanni Scheiwiller, Milano 1977.

L’Asino non poteva non essere speculare al quarto grado di cui alla tassonomia di Eric Berne, denominato “orgoglio peyronico”: cfr. Eric Berne, La potenza virile, in: Idem, Fare l’amore, trad.it. Bompiani, Milano 1971.

(…)era quello il segno della tavola
di Daniel Spoerri

□ Ero andato alla Gam quella mattina per lo storico incontro dell’Asino e della storica dell’Arte per trovare materiale su Daniel Spoerri, tra l’altro, e ricordo che, all’epoca, c’era, consultabile, in quella biblioteca d’arte, anche la collezione dei BolaffiArte con le litografie di determinate serie destinate agli abbonati sostenitori, e, appunto, in un numero c’era una tavola, litografata,  di Spoerri. Che, da allora, fa da tavola con l’Asino, Hans Bellmer, e Pierre Klossowski, nel piacere singolare del quadruplo rispetto di quel pondus storico d’Arte, che, non l’ho mai appurato, di sicuro non poteva che afferire, tra Ascendente, Sole e altri vettori costituzionali, alla doppia leone se non alla quadrupla, visto il grande formato dell’Asino. Per antisci, e anche nello statuto dei segni fissi, il Leone è speculare, in virtù del paradigma dell’Asino, all’empietà, all’irriverenza, al priapismo dello Scorpione, che, adesso lo ricordo bene, in quella serie zodiacale del Bolaffi, era quello il segno della tavola di Daniel Spoerri.

V.S. Gaudio

Saggista, poeta, esperto di giochi, testologo, articolista pataludico e titolare di rubriche per 15 anni della Walt Disney Company; ha pubblicato La 22a Rivoluzione Solare (1974),Sindromi Stilistiche (1978), Lavori dal desiderio (1978), L’ascesi della passione del Re di Coppe (1979), Lebenswelt (1981), Stimmung (1984), Hit Parade dello Zodiaco (1991),Manualetto della Manomorta (bootleg 1997), Oggetti d’amore (bootleg 1998); giornalista freelance dagli anni settanta, è stato il primo a produrre test per quotidiani (“La Stampa”, “Corriere dello Sport”); ha scritto satira per “Linus”, “la Repubblica”,”Tango”. Torinese e romagnolo d’adozione e di formazione, vive adesso solitario sibarita nel delta del Saraceno.