In primavera gli asini si danno
a loro inganno una felicità
col trasformare in raglio
l’intima spinta a dire libertà
così per la natura fiori e uccelli
corvi e fringuelli a ognuno la sua voce
c’è tra colori e canti
un timbro dolce e noi …
ce lo godiamo.
Lasciateci cantare è primavera
fosse l’ultima cera in questa torcia
e la fiamma il ragliare a piena gola
il sognare una fola in questa vita
di chi attenta alla vita
impunemente
e noi sul niente tutti primavera
cantanti
sotto balconi ove si crea la morte
come fu peste a Tebe in primavera.
Sara Smigòro