La carestia aveva alimentato il bisogno e imprigionato il popolo nella ristrettezza.
Il saggio dalla montagna ha chiamato un uomo comune per condurre l’esodo che traesse il popolo
fuori dalla restrizione.
Tu, che non sai, di notte sotto la luce incerta della luna,
col tuo fratello di latte, per darti il coraggio che non hai,
devi scalare, in fretta, la montagna e ascoltare il saggio
Per salvare il popolo tuo.
Partire, senza indugiare un attimo,
per un viaggio senza meta certa, come la prima carovana
o quel veliero, per una nuova rotta.
Così fecero quelle colonie di uomini, ancora un po’ scimmia, che lasciarono la savana
e quei temerari che andarono sulla luna.
Perché sono i sogni di ogni notte, che ci portato lontano, in quanti viaggi di stupore.
E i pensieri che affollano il silenzio, che aprono sicure strade di futuro.
Quando ci mancherà la forza di andare, chiederemmo aiuto ad un viandante pellegrino
Quando ci mancherà il coraggio di crederci capaci. . .
Sarà meglio parlare di fate di maghi e di terre incantate
lì volano draghi che razziano giovani e speranze, e saccheggiano famiglie e avvenire.