Fortezze
E anche se le cose cambiano
seguire l’onda, resistere
creare un cantuccio dentro
confortevole
per muoversi fuori.
Fortezze morbide
di mattoncini di cotone
ma fortezze
con le porte,
porte con le chiavi
che si possono aprire
e
chiudere.
Inserirsi dentro al cambiamento
galleggiare
e poi tuffarsi
e poi emergere
approdare
e ripartire.
Resistere.
Evocazioni
Lottare, perdere le idee.
La gloria delle Termopili
rimane sulla pietra.
Cosa resta al vento invece?
Un vecchio mi ha raccontato
la storia di un parmigiano
di Modena
(è da sempre che vorrei cambiare
un nome serio nella sua evocazione).
I Parmigiani cadono
coi terremoti.
Un giovane che pareva vecchio
mi ha raccontato e mostrato
il suo conto in banca: un euro e cinquanta.
Tutto vero, ho un testimone.
(Testimone, se leggi ricordati
gli occhi dell’uomo).
Simonide, poi, di Agrigento
fratello, la pietra parla ancora.
L’acqua cambia discorso
facilmente.
Così le nuvole, i disegni,
e sul ciano ci metti lo sfondo che vuoi.
I tempi non cambiano mai
è un’eternità perenne
semmai vecchia, ricordatelo
ché già dici: “ai miei tempi”
e gli Spartani ridono.
Il passante di Saronno
Si combinano i giorni e le ore nel sogno
e i gemelli mostrano il lato oscuro
mi asciugo gli occhi e sento che ho bisogno
di una risata e dello sguardo scuro
di un misterioso passante di Saronno
che mi ricorda viaggi nel futuro
e ora chi siamo, vaganti nel sonno
del ricordo. E vedo il muro
che ergesti per noi due,
tu che eri tanti e uno
e resti impresso mentre le tue
parole volano nella notte di nessuno
né mie né tue, parole sue
parole di ciascuno.
Alessandra Ferrara