Mi piace immaginare la presenza di Nino Martoglio nella Catania di oggi, con i suoi giovani anni di allora e di conseguenza con lo stesso d’Artagnan di allora a pagine da riempire. Mi piace chiedere, anzitutto a me stesso: e se Nino Martoglio tornasse? Aggiungo subito che la domanda presuppone sì e imprescindibilmente il fondatore del notissimo giornale ma c’è la pretesa di poter stabilire quanto direbbe di cose nazionali e oltre, a mo’ della “Sparrittera” di quella volta, o del telegrafo e dei fili attraverso cui il “dispaccio” correva sotto pioggia e altre intemperie giungendo secco e asciutto come un osso al destinatario. Ma non solo delle magie di internet, web e altre attualità di oggi gli chiederei. Infatti lo immaginerei e vorrei seguirne reazioni e pareri con la geniale indole del commediografo, con la medesima apertura pioneristica che ebbe allora da regista, da cineasta, con lo stesso entusiasmo che, tra cento diverse attività culturali, ha praticamente inventato il Teatro siciliano. Vorrei leggere “A cira” scritta per questa volta come testimonianza di lutti con bare caricate su camion a diecina, e sulla coscienza degli scappati di casa, una categoria che, per tanti aspetti, presupposto il solito “nihil sub sole novum”, sembra caratterizzare i nostri tempi.
2. Se Nino Martoglio tornasse! Lasciamoci la libertà di sognarlo. Intanto pur senza rinunciare ai percorsi della immaginazione e della fantasia, tanto per consentire ai due emisferi del nostro umano cervello di avere entrambi una loro parte, prendiamo atto della realtà e proviamo ad approssimarci al ricordo di quanto ci ha lasciato in opere come esempi di vita e come impronta perenne di genialità siciliana senza confini e di invito all’udienza. Dalla poesia, al teatro, dalla regia al cinema dopo gli anni in “palestra scoperta” con il d’Artagnan. Ed è per questa ragione che abbiamo convocato alcuni amici, quasi nostri coetanei ad altri amici ed amiche, forti di prima giovinezza, a scrivere una loro testimonianza su Martoglio; testimonianze da accogliere in numero speciale, monografico del nostro Lunarionuovo, in occasione del centenario della tragica morte di uno dei geni più significativi della storia dell’Italia dei Poeti, laddove alla qualifica di poeti si intende dare l’accezione dell’ingegno creativo che è stato proprio della singolare personalità poliedrica del commediografo, del regista teatrale e soggettista cinematografico. Un esempio che condensa in Nino Martoglio quanto contribuisce a rendere meriti alla Sicilia di sempre e che nei nostri giorni è di sostegno agli stimoli di quanti, e non si è in pochi, continuano a onorare la terra dei Padri e la lingua delle Madri con studi, ricerche, testimonianze e altro in creatività. Con quanti continueranno ad ammirare nel giovanissimo fondatore del d’Artagnan il modello di coraggio e di impegno senza limiti e in tutta libertà di chi avrebbe chiuso la esperienza per salire lungo i gradini che lo hanno portato alla stima universale.
3. Non sarà, probabilmente tanto necessario, riguardo alla verità sul crimine che ha determinato la sua morte, quanto è invece indispensabile continuare a ricordare la grandezza e la singolarità dell’artista. Non è la sua morte e la viltà di chi ne è stato mandante a interessare ormai, dopo cento anni, perché di quell’atto di barbarie e di complicità non si potrà stabilire molto oltre la evidenza. Forse l’episodio in sé potrà ispirare romanzieri ma nessun giudice potrà condannare mandanti ed esecutori, peraltro tutti trapassati e rimasti impuniti. Martoglio è stato ucciso quando ancora aveva dato al mondo una parte della sua genialità di Poeta e Artista. Né la complessità delle sue ricerche, sempre impegnate civilmente, socialmente, quindi automaticamente, politicamente, se politica nel suo significato ulteriore nobilissimo allude alla complessità dei principi su cui si regge ogni convivenza umana lontana da barbarie.
Indaghiamo e valorizziamo le sue molteplici opere e attività coraggiose e inventive, facendone conoscere alle nuove generazioni a venire, perpetuamente, il valore e l’insegnamento che si cela in esse, anche nelle singole piccole poesie sarcastiche come metafora di realtà ridicole a specchio di un momento che oltre al ridicolo celava il criminale, il disordine, la violenza, l’ignoranza, le conseguenze della povertà di un Meridione abbandonato a se stesso e ipocritamente destinato a una arretratezza conseguente. Opere tutte, quelle di Nino Martoglio, mai rivolte alla esibizione di storielle piovose, e fin da quando con la libertà iniziale, modello del giovanissimo Poeta, aveva, da giornalista con il suo d’Artagnan, seminato i prodromi della propria morte tragica per barbara mano rimasta impunita.
Ludi Rector