OH – O – HO ! Gabriele Nanfitò !
DAZEBAO DEL PARCO ORNITOLOGICO DI SICILIA
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IL MERLOGIALLO PRESENTA: FISCHI GORGHEGGI E ZIRLII
(Rubrica di botticelle e carote verdi di Sicilia ideata e scritta da Gabriele Nanfitò)
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MONTALBANO COMMISSARIO IN SICILIA
Palermo, marzo 2017 – IL COMMISSARIO MONTALBANO INSEDIATO AL SALVATAGGIO DELLA SICILIA. La notizia è fresca come un uovo di giornata e giunge improvvisa quanto sbalordente a livello d’inaudito. Vero è che da tempo circolavano indiscrezioni tra voci di gabinetto e radiofante di corridoio su un probabile commissariamento della Regione siciliana, ma tutto si poteva prevedere fuor che dalle voci si sarebbe passato alle noci. Noci dure, per dirla al figurativo con riferimento a questa doccia politico-caustica dell’affidamento delle sorti della Sicilia di Crocetta & C. al commissario Montalbano con il compito non certamente facile di indagare e ripulire l’Isola da Trapani a Siracusa e da Messina a Ragusa, Palermo, Caltanissetta e le restanti province siciliane a rasatura zero d’immondizie. Non resta che indirizzare un in bocc’al lupo per l’intrepido commissario auspicando che possa trovare altrettanto rapidamente, rispetto all’incarico ricevuto, una discarica di rifiuti capiente e lontana dai centri abitati.
CATTEDRE UNIVERSITARIE DA LETTO
Ricerche recentissime, fragranti di labor invenii e altro di sbalordente profondità filologica – se ne discute e dibatte nelle Università in seno alle sfere opache dell’impiego dei fondi europei per edizioni scientifiche di cui agli ultimi dieci e passa anni – avrebbero accertato (il condizionale prospetta una ingiustificabile cautela) spiccate preferenze della maggioranza silenziosa degli studenti al momento di volere e poter leggere cottura nella voce cultura e optare per il participio passato del verbo leggere per quanto attenga l’opzione che scarta il libro. L’indagine era partita con riferimento a recenti assegnazioni di “Cattedre da letto” florilegio semantico con iniziale maiuscola ingiustificabile, nel quale florilegio il participio passato ha ceduto il proprio posto di verbo al più solido sostantivo. Tutto si evolve e tutto si ripete, invero, solo che nel 2017 certe scelte, uno (e si dice “uno” per dire il passante che sta andando a pagare la tassa sull’immondizia e approfitta per fare d’un viaggio due servizi e pagare la rata della tassa d’iscrizione all’Università della propria figlia. Figlia che, da donna, potrebbe aspirare, dopo la laurea, anche lei a una “Cattedra da letto”, e a questo punto del suo castell’in aria però, il padre passante, si chiede se quella rompi-rompi di sgobbona fosforescente della figlia, che per giunta e aggiunta è un poco racchia, proprio per questa sua carenza naturale di titolo di carne e osso indispensabile per ottenere una Cattedra da Letto, (maiuscole iniziali per i due magici significanti) non potrebbe mai aspirare a una cattedra, sia pure del genere che in realtà non esiste, in quanto quelle poche e stentate che di anno in anno sono disponibili restano per diritto di consuetudine locale (?) Cattedre da Letto.
TIRO AL DRAGONE N.M.
Tiro al dragone perché fa rima con tiro al piccione ma la differenza c’è. In Sicilia le elezioni regionali si svolgeranno nel prossimo autunno ed è già tutto un almanaccare politico di febbrili preparativi. C’è chi deve essere rieletto a ogni costo ma c’è anche la riserva di munizioni per sparare contro chi non deve essere messo in condizione di tornare a Sala d’Ercole. Ed ecco il tiro al piccione. Che è già cominciato. Il piccione di questa volta, però, è un Dragone. Uno che ha fauci per lanciare fiamme e ali per volare. Le sue, quelle del Dragone, appunto, sono le ali dell’onestà e della inappuntabilità, le ali di chi le ha sempre avute, da presidente di Provincia regionale, da parlamentare europeo, da parlamentare in Italia dove ha ricoperto, anche se per poco tempo, cariche istituzionali di governo, in Regione infine, dove qualche fastidio la sua presidenza dei ramazzatori (spazzatori d’immondizie) qualche odio lo ha suscitato e qualche pericolo lo costituisce. Un pericolo del tipo “mina vagante” come lo è ogni coscienza pulita che stimola progetti di tiro al bersaglio nei bracconieri di Sicilia, vestiti di fustagno antico.