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Toa boca
orlo d’abim e ’d bacialere
nuanse ’d grafion rupì

Toe spale
balme d’ëspiam ch’a s-cionfa
d’orissi giàun-groson

© R. Magritte, The Great War, 1964

Tòi mimin
bërgé dij pòpoj
[poimήneV lhώn (com a disìa me amis)
ch’a s-ciàira an sò top
nòst dongion]

Toa cavija
anel ch’a strenz l’anvìa
’d malpron cusì sël cheur

Toa cuchija
veuid metafìsich dl’Esse
respir ëd buf divin
amel ch’a veul dësblesse
Aquéro
Lòn ëd l’òm
Neutr – Nosgnor – Ninf-eivera?

 

(Assoluta)Nudità nuda                        La tua bocca/ orlo d’abissi e di paraninfe/ sfumature di amarene vizze// Le tue spalle/ grotte di loglio che sboccia/ di tempeste arancioni// I tuoi capezzoli/ pastori di popoli/ [poimήneV lhώn (come diceva il mio amico)/ che vede nella sua cecità/ il nostro bastione]// La tua caviglia/ anello che stringe il desiderio/ di dolore cucito sul cuore// La tua vulva/ vuoto metafisico dell’Essere/ respiro di soffio divino/ miele che sta per disfarsi// Quella cosa/ Seme dell’uomo/ Neutro – Dio – Ninfa acquatica?

NOTA

Ammetto io stesso che il testo è decisamente ermetico nella sua iniziaticità soprattutto lessicale, ma spero di poterne spiegare almeno in parte il senso (anche se, parafrasando Manzoni, un testo impiegato a giustificarne un altro potrebbe parer cosa ridicola…). La strofa che più ha bisogno di chiarimenti è certamente l’ultima: dopo aver inferito nella precedente che l’essenza sessuale femminile è centro “metafisico” dell’Universo umano, vorrei nell’ultima riflettere su cosa potrebbe essere il centro assoluto dell’Universo (Dio?); Aquéro è una forma della parlata d’oc della Guascogna usata da Bernadette Soubirous per indicare “ciò che, quella cosa che” le apparve nella grotta di Lourdes (un Neutro singolare), ora mi sembra sorprendente che in piemontese il termine corrispondente neutro (lòn, “ciò, quello”) unito al genitivo dl’òm (“dell’uomo”) indica il seme maschile, lo sperma (Maschio); ma allora il principio dell’Universo (Dio?) è Neutro, è Maschile o è Femminile (e quindi oggettivabile anche in una Ninfa di fonte?).
Il titolo poi si determina di un neologismo (patanuità in piemontese non esiste, ma l’ho elaborato io, partendo comunque dall’esistente aggettivo patanù, “nudo”, termine della koinè letteraria e del piemontese occidentale) pleonasticamente unito all’aggettivo biòss (variamente biot), che è il termine usato nel piemontese orientale per indicare egualmente “nudo”. Infine, il greco πάντα è inserito soprattutto per la quasi omofonia con pata(nuità).

VII CALEMBOURS

I/ Diogene

I serco n’òm
I serco nòm
I serco nòm ëd n’òm
I serco nòm ëd n’om, e lòn
I serco nòm ëd n’òm, e sòn e lòn
I serco nòm ëd n’òm, e sòn e lòn: bòn.

Cerco un uomo/ Cerco nomi/ Cerco nomi d’un uomo/ Cerco nomi d’un uomo, e quello/ Cerco nomi d’un uomo, e questo e quello/ Cerco nomi d’un uomo, e questo e quello: basta.

II/ Nouvelle Cuisine

S’as àussa sa sàussa
Sa sàussa as àussa
S’as àussa pa sa sàussa
Àussa sa sàussa!
Aussà sa sàussa: ’n sàut an sà.

Se si alza questa salsa/ Questa salsa si alza/ Se non si alza questa salsa/ Alza questa salsa!/ Alzata questa salsa: un salto in qua.

III/ Chiasmo equino

’Nt la val ël caval ch’a val
Ch’a val ël caval ’nt la val

Nella valle il cavallo che vale/ Che vale il cavallo nella valle.

IV/ Frittata (Dilemma)

N’euv neuv?
Nen n’euv neuv. Neuv neuv.
N’euv neuv o neuv neuv?
N’euv e neuv neuv.
Disme: dis ’me neuv;
Dis: n’euv?
Disneuv.

Un uovo nuovo?/ Non un uovo nuovo. Nove nuovi./ Un uovo nuovo e nove nuovi?/ Un uovo e nove nuovi./ Dimmi: di’ come nuovo;/ Di’: un uovo?/ Diciannove.

V/ Fumatore accanito

Sigarèt sij garèt…

Sigarette sui calcagni…

VI/ Pessimismo cosmico anglo-pedemontano

I’m down on my niss…

Sono sui miei lividi

VII/ Omoarcto

Cavagna ch’a vagna
C(h)a-na-dà e ch’a na pija – canapia –
Canamìa e cana toa.

Cesta che vince/ Che-ne-dà (Canadà) e che ne prende – nasone –/ Camomilla e canna tua.

 

Dario Pasero

Nato a Torino nel 1952, laureato in Lettere Classiche presso l’Universitas Taurinensis, con una tesi sulla metrica delle commedie di Terenzio, è docente di ruolo di Italiano e Latino al liceo classico di Ivrea, oltre che giornalista pubblicista e collaboratore con la Regione Piemonte per i corsi di lingua e letteratura piemontese che si tengono in varie sedi del territorio regionale. Dai primi anni Ottanta del secolo scorso ha iniziato la sua attività di scrittore (sia in prosa che in poesia) in lingua piemontese: sue composizioni sono state pubblicate su varie riviste specializzate in Piemonte e altrove. In lingua italiana, oltre che con alcune testate giornalistiche locali, collabora con l’annuario eno-gastronomico, fondato da Mario dell’Arco, «l’Apollo buongustaio» di Roma. Al suo attivo sono i volumi di prose piemontesi Sapej (Ivrea, 1997; in collaborazione con Censin Pich) e di poesie: An sla crësta dl’ombra (Ivrea, 2002), Masche Tropié Bërgamin-e e Spa (Ivrea, 2006) e L’ombra stërmà (Catania, 2012). Alcune sue composizioni sono ospitate nel volume antologico Forme della terra–Dodici poeti canavesani (Torino, 2010) Ha altresì al suo attivo l’edizione critica delle poesie di Alfredo Nicola e del teatro di Armando Mottura (entrambe per i tipi del «Centro studi piemontesi» di Torino, rispettivamente, nel 2007 e nel 2009), la collaborazione al primo e al secondo volume di La letteratura in piemontese (2003 e 2004; antologia edita dalla Regione Piemonte; in collaborazione con Gianrenzo Clivio e Giuliano Gasca Queirazza) ed una recentissima Storia del teatro in Piemonte (in collaborazione con Fabrizio Dassano; Ivrea, 2012). Sta per uscire la sua edizione critica delle poesie piemontesi di Ignazio Isler (1699-1778). È direttore della rivista trimestrale «La Slòira» di Ivrea, che si occupa di letteratura piemontese sia antica che moderna e contemporanea, e del semestrale di varia umanità «l’Escalina».