Al momento stai visualizzando Si riparano bambole
© Yves Klein, La grande Anthropométrie bleue, 1960

 

Ti scrivo, in tempi di crisi è meglio gironzolare in velib per una Parigi stranamente assolata assolta da un’infausta umidità. Se non a dirsi altro: adesso come le bici affittano macchine elettriche. E senza obiezioni scontate sul nucleare.

L’aria qui è espansa.
Joseph su una chiatta beve fuma canta, accecato dalla donna dai Capelli Bianchi che gli arriva in sogno. Si tuffa, poi rientra dans le bateau, chez lui. Ricorda Anaïs Nin, i suoi vagheggiamenti e orge di jazz musica poesia (e psicoanalisi)…

Il y avait une fois quelqu’un qui parlait avec un accent de douleur.
Á la fin on savait qu’il était mort depuis 3 ans

(c’était bien une voix fantôme).
Il parco brulica di vite iridescenti e docili.

 

A rincontrarsi ci si mette poco, ma non in quel senso lì. In quel senso lì le cose vanno come possono, lontane lontane, fanno in tempo appena ad incrociarsi Bonjour, ça va? che subito riprendono rotta. A ricontrarsi capita una volta, riflessi gialli di pozzanghere, vento che si inarca tra le foglie, un portone cigola, un gatto corre, il gatto s’appelle Sartre.
Non lasciando, a maggior ragione, alcun indizio di follia.

Se appari di traverso l’ombra mi cade in acqua e per tornare devo mettermi a contare a più non posso passi indietro qui una poltrona lì sulla panchina a mappa spalancata,
ma dove sono?

(Désolée de n’être pas – jamais – où la volonté des autres m’oblige à voir.)

Non c’è che desiderio oscuro non c’è che l’ombra soave del sogno verso porte che si moltiplicano. Non c’è che la superficie tagliente di una Senna ingolfata. Riflessi oblunghi sulle correnti. Non c’è che frastuono addormentato, voci che parlano disincarnate. Non c’è che silenzio di prospettiva. Qui parle la voix ? (Est-ce que je suis la seule qui l’a entendu)?

Fantôme de l’eau, je te connais déjà.

 

© Yves Klein, La grande Anthropométrie bleue, 1960
© Yves Klein, La grande Anthropométrie bleue, 1960

 

 

Maristella Bonomo

E' nata a Catania ma vive a Roma. Si è laureata in cinema al Dams di Bologna con una tesi su Proust e il cinema. Ha conseguito un dottorato di ricerca in Italianistica, sempre all’Università di Bologna, sulla sceneggiatura cinematografica. Ha pubblicato alcuni racconti sulle antologie: I racconti della Garisenda (Re Enzo editore, Bologna, 2002), Gli Intemperanti (Meridianozero, Padova, 2004) e I racconti sul caffè (Caffè Moak, Modica, 2005) e in alcune riviste e quotidiani. Sue poesie sono apparse nella rivista Graphie, nelle antologie Donne e poesia (Giulio Perrone editore, Roma 2007) e Eros e poesia (Giulio Perrone editore, 2007). La sua prima raccolta di poesie Passi segreti è edita da Prova d’Autore (Catania, 2008). La sua prima raccolta di racconti Riflessi è edita da Giraldi editore (Bologna, 2009), con una postfazione di Enrico Ghezzi. Sempre con Enrico Ghezzi ha realizzato quattro videoclip per il duo pianoforte e voce Mama’s Gan. Ha lavorato come redattrice, critica e traduttrice per le riviste letterarie ClanDestino e Griseldaonline.