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La signora Carmela Fiasconi non sopporta più il marito, troppo irruento e con l’idea fissa del sesso: lei ha voglia di tranquillità, ma quello è sempre preso da manie e vuole saltarle addosso ogni volta che apre la bocca.

Non ne può più di subire le sue angherie col pretesto che ora gli s’infiamma l’anima, ora va su di giri per una parola storta: di chiedere il divorzio neanche a pensarci, quello si sarebbe vendicato in eterno, l’unica era trovare qualche espediante per calmarlo e toglierselo di dosso per un po’.

Fu così che la signora Fiasconi si rivolse a una sua amica fidata, regalandole in prestito il marito per un po’ di tempo: quella fu tutta contenta perché era insaziabile e da tanto non sentiva una calda mano scorrerle tra le dolci chiappe ancora vergini.

La signora Fiasconi tanto brigò che alla fine li fece incontrare e il marito si dimostrò subito caliente, soddisfacendo pienamente l’amica, ma dopo un po’ di tempo che il “menage” si protraeva il povero marito era triste e malinconico: cosa succedeva, si domandava la signora Carmela Fiasconi?

Il povero marito una mattina, preso a stretto muso, si confidò: era contento della nuova amante, ma a malincuore incominciò a lamentarsi, dicendole che aveva il petto troppo piccolo, quando lui era abituato alle tette maestose della signora Fiasconi.

Inosomma non ne voleva più sapere di proseguire nel rapporto, gettando nello sconforto la signora che avrebbe dovuto sorbirsi tutte per intere le indomite effusioni del marito: ma la donna è scaltra, così la signora procurò un’altra spasimante per il marito insoddisfatto.

Questa aveva le tette a mandolino, che suonavano in continuazione per soddisfare il povero marito: per un po’ di tempo quello si esercitò con vari strumenti musicali, notando che suonavano proprio bene, con la giusta tonalità che lui cercava, ma dopo un po’ una brutta mattina si accorse di una stonata che usciva dal mandolino.

Cosa succedeva? Molto semplice: aveva malinconia della sua signora Fiasconi, che adesso si era iscritta alla banda cittadina e suonava la grancassa.

La moglie innamorata pazza corse ancora in aiuto del povero marito: le procurò una nuova puledra, che era poco più di una fanciulla e che poteva mungere in santa pace.

Lui presto si infiammò alla nuova vacca e la mugeva in continuazione perché aveva due tette conturbanti e un culo da crocerossina, ma dopo un po’ si accorse che aveva un difetto: ogni tanto scoppiava a piangere, in ricordo del padre morto in guerra, sotto una bomba intelligente cascata sulla sua testa.

Con tutte queste lacrime inopportune il povero marito non provava più piacere a palpare le cosce della balda fanciulla e il suo appetito sessuale cominciò a scarseggiare, mettendo subito in allarme la moglie che pensava che tutto fossse ormai risolto.

Così la piccola piangeva e a lui non veniva più voglia di giocare ai bei soldatini, ritornandogli la nostalgia della signora Fiasconi, che pensava di aver risolto la questione una volta per tutte.

Un giorno le capitò a casa il marito affranto, con le lacrime agli occhi, che le confessò la sua disgrazia: non riusciva più ad amare nessuno che non fosse lei, con le sue dolci poppe e il culetto rotondo.

Era una completa capitolazione, ma la signora Fiasconi non si lasciò prendere dallo scoramento: contrattò una sfilza di megere, controllando di ognuna le misure e il temperamento, finché scelse quella che pensava andava bene per il marito.

Era un’autentica bomba del sesso, insaziabile, sempre arrapata, che toglieva le forze anche a quel diavolo di suo marito, ma quello era inevitabilmente afflitto dalla nostalgia, si ricordava dei baci della sua Carmela e la chiamava a gran voce “Fiasconi mia”, ma lei non ne voleva più sapere, piuttosto sarebbe diventata suora, concedendo le sue grazie al buon Dio …

Mario Rondi