Nell’apparenza il bello
Come non sia di troppo tanta scena
nel galoppo sfrenato in questo mondo
si dà pena il suburbio democratico
l’assenso al carismatico
tra mirra, incenso e l’oro coi re-magi
mass-media che fu tromba e tam-tam
contrasti tra poteri finti o veri
Lenin (Lienin) e lo Zio Sam.
Può sembrare nonsenso, una manfrìna
artefatta scacchiera malucchina
per estrema partita tra rivali
poi uno indaga e mai sarà così.
Occorre pure ammettere (nel sogno)
Qualche magagna, qualche pio rimorso!
Nei momenti di fede
c’è chi si crede Dio, chi lampadario
è questo il bello, il vario in questo mondo.
Omaggio a Montale
Giungeva anche per noi l’ora che indaga
la piaga al generarsi
con la vita
le parole, il respiro, fede, inganno.
Formula perenne
A tre (in canna secca, matematica)
più B-tre e più tre con un B2
con sempre tre A B2 (aggiunti a giro)
in unico respiro da demonio
interessato al cubo d’un binomio.
CANI DIPINTI SU MURI DI ROGGIA
Se al popolo per arte si propone
la banana africana a buccia spessa
o i crauti atesini
si dà beneficenza fuori serie!
Sono materie gli alimenti e nuoce
dar voce ancòra all’arte.
E se mentire è arte c’è il teatro
nei gesti, nei governi, nel plagiare,
nel dare spago a belati innocenti.
Cosa conviene spingere
se un cane
dipinto guardia al muro d’una roggia
fugge, sparisce a causa della pioggia?
La catena se manca nel colore
il fissaggio collagene nel mondo
ogni respiro
nutre col cibo e l’arte
il virtuale, l’effimero, la parte
assegnata alla recita,
noi siamo
cani dipinti a guardia su parete
con faccia all’acqua e al vento
in un momento
zodiaco per stella
arriva il temporale e ci cancella.
IL SILENZIO E LE LANE
I tanti anni poveri ora cedono
ai ricchi protervi, reazionari;
le contese finite si rimpiangono
a lume di progresso e di ragione
il mondo disarticola i progetti e
le attese.
Solo il cielo non muta nel suo azzurro
c’è carburante per tutt’i percorsi
c’è mente per chi sente
e s’affida al proprio ingegno nudo
senza implorare al mondo, alle sue frodi
per pecore da lana.
Sara Smigòro