Òm-boch, anvërtojà
ant soa coa da crava,
sombra ’nt l’antrap dasiant
ansima ij vej mascheugn
dla vàuda ch’a travin-a
stisse ’d sò giuss amer
dla rèis ëd sò malpron…
Dossa la lus
a stissa sle taragne
’d na lòsna ch’as arlama
’n costa neuit ch’as anandia
’n sla stra gravà ’d silensi.

Sël vieul tut monta-cala ’n cel ësclin,
ale ’d bluèt, busson ëd bussolin,
falòspe, feuje, e grign
candi ’d mendìe.

 

Phaunos/Fauno
Uomo-caprone, avviluppato/ nella sua coda di capra,/ scura nell’ostacolo debole/ sui veli fatati/ della brughiera che filtra/ gocce del suo succo amaro/ della radice della sua malinconia…/ Dolce la luce/ gocciola, sui filari,/ di una saetta che si riposa/ in questa notte che si avvia/ sulla strada scolpita dal silenzio.// Sul sentiero tutto a saliscendi un cielo limpido,/ petali di fiordalisi, siepi di biancospino,/ scintille, foglie e risate/ candide di ragazze.

 

fauno

 

Il Fauno nella mitologia romana era considerata una creatura per metà capra e metà uomo. La sua figura, che corrisponde all’incirca a quella del dio greco Pan, era quella del protettore dei boschi e dei suoi abitanti, oltre che dio dell’agricoltura e dei pascoli. Una delle attività preferite di Fauno era quella di andare a caccia di ninfe dei boschi e cacciare.

 

Dario Pasero

Nato a Torino nel 1952, laureato in Lettere Classiche presso l’Universitas Taurinensis, con una tesi sulla metrica delle commedie di Terenzio, è docente di ruolo di Italiano e Latino al liceo classico di Ivrea, oltre che giornalista pubblicista e collaboratore con la Regione Piemonte per i corsi di lingua e letteratura piemontese che si tengono in varie sedi del territorio regionale. Dai primi anni Ottanta del secolo scorso ha iniziato la sua attività di scrittore (sia in prosa che in poesia) in lingua piemontese: sue composizioni sono state pubblicate su varie riviste specializzate in Piemonte e altrove. In lingua italiana, oltre che con alcune testate giornalistiche locali, collabora con l’annuario eno-gastronomico, fondato da Mario dell’Arco, «l’Apollo buongustaio» di Roma. Al suo attivo sono i volumi di prose piemontesi Sapej (Ivrea, 1997; in collaborazione con Censin Pich) e di poesie: An sla crësta dl’ombra (Ivrea, 2002), Masche Tropié Bërgamin-e e Spa (Ivrea, 2006) e L’ombra stërmà (Catania, 2012). Alcune sue composizioni sono ospitate nel volume antologico Forme della terra–Dodici poeti canavesani (Torino, 2010) Ha altresì al suo attivo l’edizione critica delle poesie di Alfredo Nicola e del teatro di Armando Mottura (entrambe per i tipi del «Centro studi piemontesi» di Torino, rispettivamente, nel 2007 e nel 2009), la collaborazione al primo e al secondo volume di La letteratura in piemontese (2003 e 2004; antologia edita dalla Regione Piemonte; in collaborazione con Gianrenzo Clivio e Giuliano Gasca Queirazza) ed una recentissima Storia del teatro in Piemonte (in collaborazione con Fabrizio Dassano; Ivrea, 2012). Sta per uscire la sua edizione critica delle poesie piemontesi di Ignazio Isler (1699-1778). È direttore della rivista trimestrale «La Slòira» di Ivrea, che si occupa di letteratura piemontese sia antica che moderna e contemporanea, e del semestrale di varia umanità «l’Escalina».