Al momento stai visualizzando Pagine da Israele (21). Questa è la Vera America.

TELEGRAMMA DAL 2005
QUESTA E’ LA VERA AMERICA

Il primo ricordo che ho di lui erano le voci che giravano nel Kibbutz: è italiano come te, anzi no è americano! – dicevano. Nessuno poteva saperlo con certezza.
Ma c’era una bella differenza tra le due cose.

STOP

Questa canzone è stata scritta da chi non accetta che l’America sia diventata come i tiranni che ha sempre combattuto.

THIS IS NOT AMERICA
(D.Bowie, P. Metheny, L. Mays)

This is not America, sha la la la la
A little piece of you
The little peace in me
Will die
[This is not a miracle]
For this is not America

Ero tornato dai campi ed avevo trovato il letto vicino al mio con una valigia aperta e una maglietta sopra il letto. La maglietta aveva scritto: IO NON HO VOTATO BERLUSCONI.
Quando ho visto quella scritta ho avuto uno scoramento abissale: non esiste nulla di peggio al mondo che andarsene dall’Italia ed essere poi inseguiti dalla peggiore miseria delle beghe italiane.

 STOP

Poi dopo quella maglietta arrivò David.

STOP

David: un americano alto, impegnato, soprattutto generoso e leale ma ancor più di tutto, rideva solo se ne aveva davvero voglia, mai per compiacere.

Blossom fails to bloom
This season
Promise not to stare
Too long
[This is not America]
For this is not the miracle

STOP

Frasi di David che ancora mi risuonano:

  • Dopo l’11 Settembre, quando ho visto tutte quelle bandiere americane in giro, la prima cosa che mi è venuta in mente è: e adesso con questo nazionalismo potranno fare tutto quello che vogliono di noi.
  • Un mio amico mi disse una frase che non dimenticherò mai. Mi disse: dobbiamo ringraziare che in questi giorni c’è George W. Bush alla Presidenza, perchè se c’è un uomo di merda così al governo almeno la gente, tutta la gente apre gli occhi sulla realtà. Invece con i vari Clinton tutti sono convinti che siano governati dai buoni e nessuno li controlla mai (pensate alla stessa cosa in Italia nda).
  • Dopo l’11 Settembre, gli amici musulmani di mio padre nell’Oregon, si sono messi a piangere. Stimati professionisti che piangevano e dicevano: la gente per strada ci odia, ci prende a brutte parole, ci offende e ci maltratta, ma questo paese è anche nostro e nessuno vuole capire che noi amiamo questo paese quanto gli altri!

There was a time
A storm that blew so pure
For this could be
the biggest sky
And I could have
The faintest idea
[For this is not America, sha la la la la,
sha la la la la, sha la la la la
This is not america, no,
this is not, sha la la la la]

STOP

David credeva fermamente nel potere di internet come diffusore di una cultura di consapevolezza e coscienza per fermare le storture del capitalismo alla deriva.

STOP

In quei giorni del 2005, mentre l’esercito di Sharon strappava via con la forza i coloni israeliani dai territori di Gaza, mentre noi eravamo al confine, mentre il Kibbutz era sull’orlo del precipizio, prima che le forze militari, i giornalisti e le proteste arrivassero fin dentro il Kibbutz, David scalpitava.
Arrivava dopo il lavoro nei campi col giornale in mano e ci raggiungeva nella piscina.
Irrequieto in quella finta pace.
Non poteva sopportare di stare sull’orlo.
Non poteva sapere che anche noi saremo stati travolti.
Non poteva aspettare.
Gli sembrava come perdere tempo verso i suoi doveri nel mondo.
Così David un bel giorno si svegliò, fece il giro degli israeliani cui si era affezionato e strinse loro la mano dicendo:
– Basta, io me ne vado.
– Vado a raggiungere un mio amico che fa volontariato in Palestina.
– Io vado in Palestina perchè so che lì sarò molto più utile che qui
Glielo disse così. Onestamente. Sinceramente.
E se ne andò.

Snowman melting
From the inside
Falcon spirals
To the ground
[This could be the biggest sky]
So bloody red
Tomorrow’s clouds

STOP

Mi ricordo ancora le facce di chi dovette masticare quegli ingredienti così insoliti:
Palestina e America e onestà intellettuale.
Sale, miele e un calcio nei denti.

STOP

Non esiste scrittura o scrittore che può dilungarsi a descrivere l’America.
Solo un telegramma può descrivere l’essenza di questo popolo.

STOP

Ecce America. Ecco l’America.
L’America è fatta da gente come David.
Ma noi non vogliamo vedere i veri americani perchè guardiamo solo le magnifiche ombre dell’America che ci proiettano sugli schermi.
David era la vera America: generosa, impegnata, onesta e forse ancora innocente.

A little piece of you
The little piece in me
Will die
[This could be a miracle]
For this is not America
There was a time
A wind that blew so young
For this could be
the biggest sky
And I could have
the faintest idea
[For this is not America, sha la la la]

STOP

C’è solo una certezza nel mondo: l’Europa non aiuterà l’America.
Ora che l’America è caduta in ginocchio per generosa tracotanza, ora che è stretta nella morsa letale di chi ne annienterà ogni libertà e la distruggerà, noi europei facciamo a gara per scavarle la fossa.
L’unica certezza nel mondo è che noi europei siamo un popolo di ingrati.
Ogni nostra conquista nell’uguaglianza e nei diritti la dobbiamo all’America.
E ora dopo averli usati come poliziotto nel mondo per i nostri comodi, li abbandoniamo a loro stessi.

STOP

L’America ci ha insegnato cos’è la libertà.
È per questo che li odiamo.
Perchè noi non siamo mai riusciti ad essere liberi: dagli Imperatori, dai Papi e dagli aristocratici fascisti.
E da un dio patriarcale.
L’America dovrà salvarsi da sola.

Questa non è l’America
(D.Bowie, P. Metheny, L. Mays)

Questa non è l’America sha la la la la
Una piccola parte di te
Quella piccola pace in me
Morirà
[Questo non è un miracolo]
Perché questa non è l’America

Il fiore non riesce a sbocciare questa stagione
Prometto di non fissarlo troppo a lungo con gli occhi
[Questa non è l’America]
Perché questo non è un miracolo

C’era un tempo in cui
una tempesta soffiò così limpida
che il cielo divenne così grande
da non averne più idea
[Per questo non è l’America sha la la la la
sha la la la la, sha la la la la
Questa non è l’America, no
Non lo è, sha la la la la]

Un pupazzo di neve si scioglie dall’interno
Il falco scende a spirale sulla terra
[Questo potrebbe essere il cielo più grande]
Così rosso sangue le nuvole del domani

Una piccola parte di te
Quella piccola parte in me
Morirà
[Questo potrebbe essere un miracolo]
Perché questa non è l’America

C’era un tempo in cui
un vento soffiò così giovane
che il cielo divenne così grande
da non averne più idea
[Per questo non è l’America sha la la la la ]
[1. Trad. di Emanuele Casula]

 

 


 

Emanuele Casula

E' nato nel 1975. Dopo essersi laureato in Scienze Politiche a Bologna, è partito a lavorare in un Kibbutz israeliano, esperienza che ha indirizzato la sua vita verso la Cooperazione Internazionale e la ricerca universitaria. Ha lavorato come progettista, coordinatore e cooperante a un progetto che riutilizza le tecniche millenarie della pastorizia per rilanciare lo sviluppo rurale nel sud dell’Africa. Il suo primo romanzo, 2012 Obama’s Burnout, è pubblicato da Robin Edizioni (Roma, 2011).