UNA GRANDE TRASCURATEZZA DA FAR DIMENTICARE CON UN PICCOLO GESTO

 

 

 

L’attualità non è arte ma l’arte offre sempre attualità, così ci viene da dire ripensando ai significati che colorano le strade, le case, la stessa risacca della spiaggia di Acitrezza, l’aria che si respira nel grazioso paesino a specchio dei faraglioni, dove la terra trema da quel giorno che Luchino Visconti vi ha impresso una genere di movimento che non ha prodotto esiti da forza d’inerzia ma sisma perenne, come enunciazione e dimostrazione del più approssimativo teorema sull’Arte aere perennius.

Né l’impatto con la metafora va oltre o intacca la Casa del nespolo che qui citiamo per ricordare a noi stessi il titolo che è stato dato dai traduttori inglesi a “I Malavoglia”, voce che di presenta intraducibile

per l’idioma di Albione ma che da sola ha sue carature rivolte alla sfida dell’usura del tempo sulle parole e sui ricordi. La memoria come sostegno e capitale insostituibile, che proprio ad Acitrezza celebra, più che altrove, l’Arte e la genialità di chi ha immortalato i valori dell’uomo mortale. La memoria come magico mezzo la cui invisibile macchina ha il potere di rendere visibile il nostro passato.

Anche perché abbiamo immaginato tutto questo aspetto, su cui Acitrezza pone una sua gloria come luogo e come metafora di una occasione singolare e dalla polivalente immagine, ci è sembrato, per un momento, un autolesionismo civico locale il non trovarvi un segno, una lapide, una targa, un momento di testimonianza civile che aggiungesse allo spirito che aleggia de I Malavoglia e della Casa del Nespolo un cenno ai giorni di Luchino Visconti e all’esito  del suo geniale e immortale documentario, La terra trema.

Né le scuse sarebbero poche da parte di chi potrebbe essere invitato a scusarsi. Si potrebbe cominciare dalla istituzione più responsabile, che potrebbe essere l’Università di Catania, che, tra l’altro ha sua longa manus per ricerche scientifiche marine (e su qualche minerale) con base sull’Isolotto a fronte della spiaggia-attracco-cantiere di barche e barconi.

Ma non sarebbero le scuse a poter dare significato a quanto potrebbe essere ovviato in tempi reali e gesto meritevole di plauso.  Né le amministrazioni comunali che si sono succedute hanno colpa di omissione, potendo dimostrare l’esistenza di una idea (esistente o no) andata in scadenza di volta in volta con il succedersi elettorale dei poteri locali. Chissà. E il dubbio avrà il potere di una assoluzione generale lippis ac tonsori bus, come viene spontaneo concludere in attesa di chi deciderà di aggiungere una minima visibilità all’evidenza di una trascuratezza macroscopica, da cancellare con una piccola lapide, una minuscola targa celebrativa de La terra trema e del suo geniale realizzatore.

Mario Grasso

Ha pubblicato libri di poesia, narrativa e saggistica, ha fondato e dirige Lunarionuovo, è direttore letterario di Prova d’Autore nel cui sito (www.provadautore.it) pubblica un suo EBDOMADARIO (lettere a personalità e personaggi); dal 1992 collabora al quotidiano La Sicilia con la rubrica settimanale “Vocabolario”, i cui scritti sono stati raccolti nel Saggilemmario, di recente pubblicazione. Nato a Acireale, ha residenza anagrafica a Catania; viaggia spesso per il mondo. Il sito personale dello scrittore è www.mariograssoscrittore.it