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Rubrica di curiosità leggendarie-mitiche rivisitate e commentate da Attilia Sole

 

Il carbone della Befana
punizione o augurio?

 

La Befana vien di notte con le scarpe tutte rotte, concorda la vasta gamma di filastrocche e detti popolari sulla figura demonica, mitico-leggendaria di Frau Berchta. Scevri dal voler speculare sul look della spaventosa nonnina, tutta la vicenda sembra svolgersi in odor di rottame e scarto, dalle toppe della gonna al carbone che è tradizione giunga ai bambini discoli.
È proprio su questo punto che mi soffermo a riflettere mentre la folla si accalca per le strade addobbate e file interminabili serpeggiano alle casse dei negozi per acquisti natalizi, prodromi di acquisti d’altro genere per la delizia delle pance. Conosciamo tutti, infatti, quale usanza ricorra nei paesi europei con la festività del 6 gennaio, riverbero che ripropone metaforizzando ora la cristiana venuta dei Re Magi alla grotta di Gesù, ora pagani riti di purificazione dagli spiriti maligni o volti a ingraziarsi anime, santi o divinità. Ma perché i “monelli” riceverebbero il carbone? Cosa simboleggia, punizione o augurio?
La sua lettura potrebbe dipendere dai metodi educativi adottati dall’adulto di turno, quando ricorre alla minaccia. Scevri dal voler dar lezioni psicopedagogiche o sul funzionamento della mente umana, è certo l’uomo il detentore delle attribuzioni di senso. Ma il carbone della Befana non è nato così, sotto l’egida del vedi che se ti comporti male… Nella notte dei tempi, è nato come possibile soluzione alla monelleria dei bambini, forse qualcuno ha detto qui ci vorrebbe il carbone! Che utilità può avere una punizione (e, pazienza per i meno aggiornati, oggi è risaputo)! Ma, sempre in quella famosa notte dei tempi, quando i Magi giunsero alla mangiatoia, portarono doni, allusivi, simbolici, ma anche utili, e passata la staffetta perché la nonnina dovrebbe premurarsi tanto per qualcosa che non serve a niente (tale se fosse il tener fede a una minaccia)? Non è forse vero che ogni cosa ha uno scopo e lascia una sua traccia?
Così fuor di spauracchio, accantonata l’immagine del carbone nero, brutto e freddo, che non si mangia (zuccherate trovate commerciali a parte) e sporca mani e volto; il carbone è un combustibile, un tempo bene prezioso, calore e fuoco che colora il nero di rosso, il carbone è ciò che si nasconde in “potenza” e aspetta solo una scintilla per trasformarsi. Risuonerà un po’ come il deandreiano dal letame nascono i fior ma brilla di maggior concretezza, e ha un sapore archetipico covandovi dentro un esempio di coniunctio oppositorum: sporco e risorsa; staticità ed energia; buio e luce, dove il buio è l’ignoranza, l’inconsapevolezza, il vizio, l’immaturità; la luce del fuoco la conoscenza, la comprensione, la maturità, la libertà (la più bella parola di ogni lingua che la comprenda). Ergo, può ancora il carbone esser letto come simbolo di autoritarismo genitoriale (e di chi mitologicamente e simbolicamente ne fa le veci), come diritto incontrastabile di giudizio e sentenza alla stregua di uno sterile 2 in pagella; oppure fu travisato o trasformato nel tempo, quand’era ancora segno d’un atteggiamento di sostegno e aiuto (oggi gli esperti parlano vigotskyanamente di scaffolding e di zona di sviluppo prossimale)? Per restare sulla metafora scolastica, non è vero che la maestra premia gli studiosi ma dà ancor più conto ai meno volenterosi, perché sono loro ad aver più bisogno di sollecitazioni?
Il carbone è il bambino stesso, nel suo percorso di crescita. E non posso fare a meno di aggiungere come proprio i bambini reputati più discoli spesso siano semplicemente l’espressione di una ribellione a un tentativo di soppressione, da parte di un ambiente “inquadrato”, di un’identità che renda ciascuno unico e difforme rispetto a un modello precostituito, a una media di chi impara a calzare una prassi e un copione consacrati sull’altare della “buona educazione”. Nei “monelli” vive la speranza che nasca nell’umanità qualcosa di nuovo lì dove s’impara a pensare in modo nuovo.
Così ai monelli del momento si potrebbe dire che tutto ciò di cui hai bisogno è già dentro di te: manca solo la scintilla! per scoprire quale potenzialità inespressa si nasconda in loro.
Il carbone della Befana… è una punizione o un augurio?

 

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