si riparano matrioske

 

 

 

 

 

Bambola numero – 1

Sola se ne va per la città …
E non si ferma né qui né là contro il posteggiatore abusivo, coppola e stecchino tra l’unico dentino rimasto con lo sputo di un fiato mozzato da tante sigarette senza filtro e qualcos’altro.

La metta qui, così… giri giri…
Scusi ma io la voglio mettere là.
È qua per lavoro?
Sì…
Beh allora la metta qui!
Scusi ma cosa c’entra: ho una valigia dietro che pesa dieci chili e… là è più vicino a dove devo andare. Mi tira il collo a trascinarla…
Ma lei lavora di domenica?
Perché lei?
La metta qui che la domenica è meglio così, perché quelli arrivano si mangiano il gelato e se ne vanno, è più facile, capisce…
Non capisco: cosa me ne frega di quelli che mangiano il gelato…
A lei no, a me sì.
Allora mi dica anche dove mangiare bere guardare sognare visualizzare imparare e sparare…

Il clacson della bambola numero uno spara nelle orecchie di tutti i viandanti e il vicinato contro il dentino ancora intatto del posteggiatore abusivo e sperando con le forze che rimangono che sia lo starnuto lasciato dalla sua sgommata a sottrarre di forza il dentino a quella bocca infame…

Bambola numero – 8

Ha rifiutato di andare a una festa per non vedere uno sbirro (metaforico e) indolente.
E avvelenarsi una serata.
Uno che la bambola ha pagato per un lavoro che lo sbirro ha fatto male, anzi malissimo, era meglio se neanche lo faceva. E quando la bambola gli ha scritto: non ti voglio più vedere, come sbirro fai proprio schifo (e non solo come sbirro è ovvio) lui ha risposto: colpa tua: hai pagato troppo poco bambolina, gli sbirri sono professionisti (della truffa) qui in Italia…
Da allora la bambola sta, pazientemente, raccogliendo danari italiani, in tempi di crisi, per pagare sbirri mercenari e fargliela pagare a quello metaforico. Ancora non sa se perdonerà anche chi l’ha invitata alla festa…

Bambola numero – 5/7

Per caso hai chiesto alla bambola il permesso di pronunciare il suo nome a un tavolo di invitati letterati in cui fai lo sborone illuminato da una cresta aureolesca di destino santo spirito che ti opprime e ti condanna al successo che hai scavato con tutte le tue mani e quei tuoi piedi fino al culo camuffando con lo sguardo il profondo che ti affonda solo dentro (un dio che inorridisce) il tuo stesso desiderio di apparire sommo aureolato come, solo, immagini, senti, e ti sei da sempre immaginato?

Allora solo un piccolo favore: non chiamare bambole a testimoni delle tue puzzole illusioni…
Per ogni volta che pensi e pronunci un nome invano due volte cadi tre volte ti rintroni dentro.
Alla quarta implodi e crepi.

Bambola numero – 2,5

Perché pretende di cantare suppliche e piangere miseria a UNITALIA che è così come la vuole, ricattabambole, favoreggiante lamentosa indecisa scorretta e scoreggiante favori a destra e manca, UNITALIA ricatto dei favori:

se il favore non mi fai
tu lo sai
all’inferno te ne andrai
io decisionatore
dico quando devi lavorare
e posso dirlo io perché ho già fatto quel favore
e ora spetta a me decidere
(è gerarchia… non meritocrazia)
anche se hai tu un CV di gran lunga ‘più migliore’
non hai ancora fatto un bel favore
all’oscuro ChicchessiA
e obbedire ora devi
finché non lo farai
al tempo che resiste finché esiste ChicchessiA
e dopo io: italiano inconfondibile sinonimo di…

Ma Vaf…. Vaff….Favore….

 

Maristella Bonomo

E' nata a Catania ma vive a Roma. Si è laureata in cinema al Dams di Bologna con una tesi su Proust e il cinema. Ha conseguito un dottorato di ricerca in Italianistica, sempre all’Università di Bologna, sulla sceneggiatura cinematografica. Ha pubblicato alcuni racconti sulle antologie: I racconti della Garisenda (Re Enzo editore, Bologna, 2002), Gli Intemperanti (Meridianozero, Padova, 2004) e I racconti sul caffè (Caffè Moak, Modica, 2005) e in alcune riviste e quotidiani. Sue poesie sono apparse nella rivista Graphie, nelle antologie Donne e poesia (Giulio Perrone editore, Roma 2007) e Eros e poesia (Giulio Perrone editore, 2007). La sua prima raccolta di poesie Passi segreti è edita da Prova d’Autore (Catania, 2008). La sua prima raccolta di racconti Riflessi è edita da Giraldi editore (Bologna, 2009), con una postfazione di Enrico Ghezzi. Sempre con Enrico Ghezzi ha realizzato quattro videoclip per il duo pianoforte e voce Mama’s Gan. Ha lavorato come redattrice, critica e traduttrice per le riviste letterarie ClanDestino e Griseldaonline.