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Atene, 11/5/2011 - foto di Federico Verani

(Storia dei PIIGS: I 5 piccoli porcellin)

Indovinello.
Di che paese sto parlando quando dico:
l’economia è ferma, non si trova più lavoro.
I migliori posti di lavoro sono già occupati da una ristretta elite.
Il paese deve pagare delle pesanti sanzioni per gli anni a venire.
I giovani si sentono derubati del loro futuro e stanno esplodendo.
Gli estremisti radicali di sinistra dilagano nelle piazze.
Il parlamento, mentre il paese è allo sfascio, perde tempo in liti sterili.
Dai provate ad indovinare.
No, non è la Grecia.
No, non è l’Italia.
No, no, no, non è la Spagna. Nemmeno il Portogallo. Nemmeno l’Irlanda.
Nessuno dei PIIGS.
Era la Germania come l’Italia nel 1920.
Mussolini e Hitler furono accolti come dei salvatori proprio contro la democrazia.
Furono poi votati con entusiasmo dalla maggioranza dei cittadini.
Ricordatevi di questo fra qualche anno.

In un tiepido mattin
se ne vanno i porcellin
dimenando al sole il lor codin
spensierati e biricchin
Siam 5 piccoli porcellin
siamo 5 fratellin
mai nessun ci dividera’
Tralalalala!!!

Con Federico ci eravamo accordati: andiamo allo sciopero generale di Atene dell’11 Maggio 2011.
Federico era sicuro:
– Devono accamparsi in piazza Syntagma e cominciare a vivere lì nelle tende come gli indignados. Atene sarà un altro focolaio di protesta in Europa.
-Ma la cosa allucinante dei Greci è che hanno un movimento anarchico massiccio e aggressivo che non arretra davanti a nulla. E la polizia greca è uno schiacciasassi. L’11 Maggio succederà un casino. Comincerà una battaglia senza quartiere. Mi usciranno foto assurde.
Bene.
Fantastico.
Andiamo a vedere la Storia che si muove.
Lui le foto e io i testi.
Bene.
Solo un piccolo particolare: a me degli scontri in piazza non me ne può fregare di meno.
Anzi.
Vedere gli anarchici incazzati che lanciano molotov mi provoca fastidio.
Vedere le forze di polizia massacrare i manifestanti per difendere le oligarchie al potere mi fa vacillare sul genere umano.
Preferirei assistere ad una riunione di menti nella Silicon Valley.
Ma ci andrò lo stesso.

Il piu’ piccolo dei 5
ad un tratto grida:”ahime’!!
Da lontano vedo il lupo arrivar
non facciamoci pigliar”.
Siam 5 piccoli porcellin
siamo 5 fratellin
mai nessun ci dividera’
Tralalalala!!!

Lo sciopero generale di questo 11 Maggio è indetto perché, per arginare l’esoso deficit pubblico greco, la Banca Centrale Europea (BCE), l’UE e il Fondo Monetario Internazionale (FMI) – chiamata la Trojka – hanno concesso un ulteriore prestito alla Grecia.
In sintesi hanno detto: “Vi prestiamo altri 110 miliardi di euro se voi tagliate la spesa pubblica e aumentate le tasse per recuperare il debito. Ci dovete rimborsare tutto a metà 2012”.
Ci sono due cose da dire:
La prima è che da quando la Grecia è entrata nella CEE (1981) ha preso caterve di denaro che ha usato per aumentare in modo forsennato il lavoro nella pubblica amministrazione.
Perché?
Hanno speso miliardi per dare migliaia di posti di lavoro estendendo la burocrazia statale (posti di lavoro ad amici e votanti) e con un tasso di evasione fiscale altissimo.
Cioè?
Clientelismo, nepotismo, corruzione, evasione fiscale.
Non c’è nulla di più vicino all’Italia della Grecia.
E i greci evadono più tasse di noi ( evasione: 30% in Grecia e 22% in Italia).
E i contribuenti tedeschi sono stanchi di pagare per le nostre pseudodemocrazie.
La seconda cosa da dire è che non si è mai visto che un’economia esca dalla crisi sotto bordate di tasse e tagli alla spesa pubblica. Né in Grecia, né in Italia.
L’Argentina è uscita dalla recessione evitando le stesse imposizioni dal FMI.
La terza cosa che non devo dirvi è che è impossibile restituire un prestito con tassi di interesse di oltre il 5% (5,8% l’Irlanda, 5,2% la Grecia) – principalmente da banche francesi e tedesche – e con tagli ai servizi sociali, all’assistenza, all’istruzione, alle assunzioni nella burocrazia, alla spesa pubblica.
Ma non ve lo dirò io.
Chiedete ai commercianti strozzati dagli usurai se riescono a far ripartire l’impresa.
Poi mi raccomando: sarà colpa dei cinesi, sarà colpa dell’Islam, sarà colpa dei rom e degli ebrei.
La sintesi finale è: le oligarchie sono stanche di fingere di giocare alla democrazia.
Ne sapremo a breve anche noi in Italia.

Prima chiudono il porton
poi si affacciano al balcon
Or che il lupo non puo’ prenderli piu’
tutti e 5 gli fan:”Cucu’!!”
Siam 5 piccoli porcellin
siamo 5 fratellin
mai nessun ci dividera’
Tralalalala!!!

Atene, 11 Maggio 2011

Federico mi dice che la manifestazione partirà dal Politecnico universitario di Atene.
Quel luogo ha un significato particolare in Grecia.
Durante la dittatura dei colonnelli (1967-1974) le forze militari erano entrate a sedare nel 1973 una protesta studentesca sfondando i cancelli del Politecnico di Atene con i carri armati.
Cancelli su cui erano appesi decine di studenti.
La cronaca dice che ne ferirono gravemente diversi e che negli scontri successivi ne morirono circa 24.
Da allora le forze militari e di polizia sono state interdette per statuto dall’entrare nelle università senza permesso.
Questa notizia mi spiega perché stanno partendo dal Politecnico.
Questa notizia mi spiegherà, dopo, perché gli scontri termineranno proprio al Politecnico.
Questa notizia, va scritto, è importante, perché dopo gli scontri di Maggio 2011, le forze di polizia avranno di nuovo l’autorizzazione ad entrare nelle Università.
Dopo quasi 30 anni.
E vedremo perché.
Io e Federico ci separiamo dunque per questa mattina dell’11 Maggio.
La nostra esperienza sarà completamente diversa.
Come due mondi paralleli.
Federico si rapporterà con l’istinto umano.
Io mi rapporterò con la ragione umana.
Ci rincontreremo all’ora di pranzo.

Marcia indietro fanno allor
filando a gran velocità
mentre il lupo corre ancor
a casa sono già
“AH! AH! AH! “
…che bell’affare
il lupo non potrà cenar
Siam 5 piccoli porcellin
siamo 5 fratellin
mai nessun ci dividerà
Tralalalala!!!

Atene, 11/5/2011 - foto di Federico Verani

La manifestazione dello Sciopero Generale parte dunque dal Politecnico per dirigersi in Piazza Omonia e da lì per andare dritta verso piazza Syntagma, la piazza davanti al Parlamento.
È un percorso dritto verso l’epicentro dei problemi: il Parlamento davanti a Piazza Syntagma.
Questo perché c’è ancora gente che continua a credere che il Parlamento conti qualcosa!
Federico è sicuro che comincerà il movimento degli indignados proprio oggi, perché a fine corteo torneranno in piazza Syntagma e la occuperanno con le tende.
Ma il giorno prima Federico, in una città già cinta d’assedio da forze di polizia bardate come nelle peggiori ipotesi dittatoriali, mi aveva fermato di scatto.
– Guarda quelli! – mi aveva allarmato mentre guardavo la moderna evoluzione di un pretoriano romano bardato di protezioni, a cavallo di una moto enduro.
– Sono quelli della Squadra Delta: sono i corpi speciali della polizia greca.
Quando Federico parla di forze in guerra ha la stessa passione soddisfatta di un entomologo che studia gli insetti.

Atene, 11/5/2011 - foto di Federico Verani

– Se ti beccano quelli della Delta negli scontri son cazzi amari… lo scorso febbraio (2011 ndr) gli anarchici hanno accerchiato una delle loro moto, ne hanno disarcionato uno e gli hanno bruciato la moto mentre ad un altro lo hanno centrato con una molotov in testa mandandolo a fuoco – mi spiega inquieto.
È inquieto perché loro, i fotografi, sono odiati da entrambe le fazioni.
La polizia non vuole testimoni dei pestaggi.
Gli anarchici non vogliono testimoni delle loro aggressioni o peggio, temono che da una foto qualcuno li possa riconoscere.
Federico è già stato inseguito anche con un’ascia da un
gruppo di anarchici.
Federico è già stato inseguito anche dalle forze antisommossa per strappargli via la scheda di memoria delle macchine.
– Sicuramente domani quelli della squadra Delta gliela faranno pagare ma gli anarchici greci sono tosti: non indietreggiano davanti a nulla. Hanno un’organizzazione quasi militare. La polizia però ha già blindato il quartiere anarchico di Exarchia per fotterli.
Federico fa una pausa. Si fa serio.
– Gli anarchici greci nei cortei si mettono sempre per ultimi, leggermente staccati dal corteo istituzionale… anche domani sarà così.
– Ma questa volta gliela faranno pagare per la molotov in testa al poliziotto… Li ho visti in azione gli anarchici greci…
– Ma la fazione anarchica quindi ha anche gruppi organizzati? – gli chiedo incuriosito.
– Beh sì. Per darti un’idea pensa che una volta a Berlino durante gli scontri un gruppo di loro aveva dei fischietti da arbitro. Con fischi ritmati scandivano la tempistica d’attacco: al primo fischio un gruppo di anarchici lanciava le molotov sulla polizia; al secondo un altro gruppo andava coi martelli a spaccare pezzi di marmo dai pavimenti di una banca. Al terzo fischio lanciavano alla polizia il marmo staccato…. e così via.
Smetto di fare domande.
Il resto sarà domani.
Il domani sta diventando angosciante per tutti.
Un altro domani in questi strani tempi.
Di questi tempi il confine è sempre più labile: dai paramilitari nazifascisti agli jihadisti fino agli anarchici: ormai si è creato un apparato così esperto ed avanzato da tenere testa alle forze militari ufficiali.
Senza mai dimenticare che i servizi deviati saltellano da una parte all’altra: ora li addestrano e li finanziano, ora li arrestano e li usano come copertura e capro espiatorio.
L’umanità sta diventando un gregge impaurito e disarmato che scappa da un lupo all’altro.
In Italia fanno da decenni caccia grossa sull’ovile.

Prima chiudono il porton
poi si affacciano al balcon
Or che il lupo non può prenderli più
tutti e 5 gli fan:”Cucu’!!”
Siam 5 piccoli porcellin
siamo 5 fratellin
mai nessun ci dividera’
Tralalalala!!!

Quello che oggi a breve succederà sarà strettamente collegato al contenzioso aperto tra forze dell’ordine e anarchici.
La manifestazione è partita.
La manifestazione ha fatto la tappa a piazza Omonia raccogliendo altri cortei.
A questo giro non sono più solo gli estremisti a sfilare: c’è anche la classe media, gli indignados usciti di casa perchè sfiancati dalla recessione, dalle tasse e dai tagli alla spesa pubblica, pronti ad occupare piazza Syntagma.
Il corteo ora è nella lunga via di Stadiou e marcia fino piazza Syntagma, per protestare contro il Parlamento.
È lì che staziona a lungo per le proteste di rito.
Dopo le proteste il serpentone si ridirige verso piazza Omonia e il Politecnico.
Ancora non è successo nulla.
A chiudere sono rimasti i gruppi di estremisti anarchici.
Ancora non è successo nulla.
Ma molti di loro non sono soddisfatti.

Atene, 11/5/2011 - foto di Federico Verani

Cominciano a provocare la polizia: bastoni, calci, sassi e lanci di molotov.
I militari non aspettavano altro.
I gruppi anarchici indietreggiano provocando.
Come se non dovessero perdere l’onore di guerra.
Il corteo sta lasciando piazza Syntagma.
Ancora non è successo nulla.
Ma qualcosa di repentino sconvolge i presenti.
All’improvviso dalle vie laterali, da Panepistimiou, cominciano a sparare lacrimogeni senza sosta sul corteo: in pochi realizzano.
Una nube impenetrabile si diffonde ovunque.
Non aspettavano che di essere provocati.
Erano già pronti.
Nessuno vede più nulla.
Federico è lì in mezzo.

Atene, 11/5/2011 - foto di Federico Verani

In quegli attimi non si capisce più dove scappare.
Ma tira un forte vento.
Quell’improvviso cumulonembo rasoterra è fitto, ma il vento è così forte che spazza via in pochi minuti la fitta coltre di lacrimogeni.
Cosa sta succedendo?
Succede che dopo i lacrimogeni con una manovra militare a cuneo, le forze antisommossa sono emerse dal nulla tagliando il corteo e circondando gli anarchici.
La nebbia di lacrimogeni svanisce.
Si alza un sipario irriconoscibile.
Sono attimi che in pochi realizzano: si vede un deserto di corpi a terra, caschi che rotolano, scarpe e manifesti. Sangue e silenzio.
Federico, nonostante abbia la maschera antigas che lo soffoca quasi quanto i lacrimogeni, ancora prima di capire alza la macchina fotografica e fa le foto.
Federico realizza mentre scatta.
Prima la foto. Poi pensa.
È il silenzio dopo un incidente stradale.
Prima la foto. Poi pensa.
È il sangue di una mattanza.
Prima la foto. Poi pensa.
Le forze antisommossa hanno accerchiato il grosso degli anarchici ed è partita la danza.
Prima la foto. Poi pensa.
Manganelli, scudi, calci, pugni e ancora manganelli.
Prima la foto. Poi pensa.

Atene, 11/5/2011 - foto di Federico Verani

Nessun distinguo per chi è dentro la rete.
Prima la foto. Poi pensa.
Un giornalista è lì dentro e finirà in coma per due settimane.
Gli altri sono stati massacrati, ammanettati e portati dentro.
Ora Federico pensa.
Era per caso due passi dietro la polizia.
Un puro caso.
Altrimenti sarebbe stato triturato anche lui dentro la rete.
Lo scontro è stato così feroce che il corteo generale pare dissolto.
Sindacalisti, militanti, indignados: tutti uniti contro la cosiddetta Trojka del Fondo Monetario, della BCE, dell’asse di banche franco-tedesco che impone l’austerità: ora sono divisi, dispersi, sconvolti.
Ecco il vero concetto di estremismo: fare ciò che ci pare per servire le oligarchie.
I veri fanatici di qualsiasi credo sono al servizio del potere perché ne giustificano la violenza militare.
Giustificano la privazione di ogni diritto per tutti i cittadini.
Perché rendono impauriti e dunque ciechi i cittadini.
Perché li mettono in balìa degli istinti non della ragione.
La manifestazione, le foto, gli articoli: tutto infatti sarà polarizzato dagli scontri.
La popolazione recepirà che la manifestazione è stata un conato estremista.
Quando arriva il disordine e il caos spariscono la democrazia, la tolleranza, la ragione, il buonsenso.
E arrivano loro: i manganelli del potere.
Porca Trojka.
Federico continua a fare foto.
Le foto che farà Federico sono esattamente quelle che faranno il giro del mondo.
I fotografi da trincea sembrano i pesci pilota vicino agli squali.
Li vedi sciamare lì, al confine tra la menzogna e la realtà, tra ciò che verrà ricordato e ciò che dovrà essere dimenticato.
Saranno i giornalisti o gli esperti poi a spiegarvele o distorcerle. Per noi.
Saranno i politici a sfruttarle a loro favore o meno. Per noi.
I veri fotografi hanno qualcosa di inerente alle creature utili in natura.
Si muovono all’unisono con i titani dello scontro.
Sono un po’ più avanti rispetto a chi assalta.
Sono un po’ più indietro rispetto a chi fugge.
Nonostante la loro presenza ci saranno sempre vincitori e vinti.
Ma grazie a loro avremo testimonianza della storia.
Manipolabile. Ma testimoniabile.

Siam 5 piccoli porcellin
siamo 5 fratellin
mai nessun ci dividerà
Tralalalala!!!

Atene, 11/5/2011 - foto di Federico Verani
Atene, 11/5/2011 - foto di Federico Verani
Atene, 11/5/2011 - foto di Federico Verani

 

 

 

 

 

 

 

I veleni dei lacrimogeni ormai si son dissolti nel vento.
Federico si toglie la maschera antigas.
La morsa fatale dei militari ha chiuso le sue maglie.
Ma per chi ne è uscito riprende il resto della battaglia.
Mentre il corteo continua a dileguarsi dopo lo scempio, gli anarchici scampati cominciano a rinsaldare le fila.
Ora contrattaccano con le molotov, con i bastoni, con il lancio di pietre.
Ora corrono all’indietro per proteggere la fuga dei compagni.
Corrono all’indietro e lanciano ancora molotov.
Danno il tempo necessario perché gli altri si rifugino nella roccaforte del Politecnico, per smaterializzarsi dentro il quartiere di Exarchia.
Gli scontri continuano almeno per un’altra ora e fanno una tappa feroce in Piazza Omonia.
È l’ora di pranzo ed io ho finito di fare le interviste.
È lì che rincontrerò Federico.
Mi ha mandato solo un sms.
Non sapevo nulla di quello che era avvenuto.
Faccio la via della Dea Atena per raggiungerlo e quello che mi colpisce sono decine di ragazzi e ragazze, in uniforme da centro sociale, con la faccia sconvolta e sangue che li copre.
Maschere greche.

Atene, 11/5/2011 - foto di Federico Vera
Atene, 11/5/2011 - foto di Federico Verani
Atene, 11/5/2011 - foto di Federico Verani

 

 

 

 

 

 

 

La giornata non è finita qui.
Prima di raggiungere Federico vedo turisti ignari, manifestanti delusi, militanti che piangono.
Le oligarchie stanno spazzando via i nostri diritti.
Le oligarchie stanno smantellando le democrazie.
Le oligarchie si servono della nostra ignoranza.
E per ora lasciamo parlare al nostro posto gli estremisti e i militari.
Io vi chiedo: quale forma di governo preferite?
Volete una democrazia?
Volete una monarchia?
Volete una teocrazia?
Cosa volete?
Ve lo siete mai chiesti davvero?
Oppure ripetete quello che vi hanno insegnato a scuola?
È questo che ho chiesto alla gente nell’Agorà.
È quello che vi chiedo.
Perché solo se siamo coscienti di cosa vogliamo, possiamo ottenerlo.

Siam 5 piccoli porcellin
siamo 5 fratellin
mai nessun ci dividera’
Tralalalala!!!

Domanda.
Cosa succederebbe se in un periodo come questo, mentre la Spagna è in crisi economica e politica, il suo principale fornitore di petrolio, cioè l’Iran, gli chiudesse le forniture?
E ve lo immaginate se, nello stesso momento, l’Argentina nazionalizzasse il suo petrolio contro la Repsol spagnola, privando la Spagna di un terzo del fatturato e del petrolio della Repsol?
Ve lo immaginate se cadesse anche la Spagna?
Cosa accadrebbe all’Europa intera visto che Italia e Grecia sono sul baratro?
Ovviamente sarebbe una coincidenza assurda – non sia mai!
Ma questa coincidenza è appena successa.
Che coincidenza!
Che sfortuna!
È proprio un caso!
Che fine faranno i piccoli porcellini PIIGS? (Portogallo, Italia, Irlanda, Grecia, Spagna).
E voi nei giorni di angoscia, caos e confusione a venire, chi voterete?
Sarete ancora così democratici come dite?

Siam 5 piccoli porcellin
siamo 5 fratellin
mai nessun ci dividerà
Tralalalala!!!

 

Atene, 11/5/2011 - foto di Federico Verani

 

 

Emanuele Casula

E' nato nel 1975. Dopo essersi laureato in Scienze Politiche a Bologna, è partito a lavorare in un Kibbutz israeliano, esperienza che ha indirizzato la sua vita verso la Cooperazione Internazionale e la ricerca universitaria. Ha lavorato come progettista, coordinatore e cooperante a un progetto che riutilizza le tecniche millenarie della pastorizia per rilanciare lo sviluppo rurale nel sud dell’Africa. Il suo primo romanzo, 2012 Obama’s Burnout, è pubblicato da Robin Edizioni (Roma, 2011).