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L’Uscio Sbagliato

 

Nel mio quartiere abitava una bella
che si chiamava  Nadila Nadì
tutte le sere suonava la guzla
per divertirsi Nadila Nadì
finchè un bel giorno le diede  marito
perché era bella Nadila Nadì
ma solo dopo quattro anni di nozze
giovine ancora il mercante morì
molte ricchezze lasciava in un fondaco
ma senza eredi lasciava Nadì
già si temeva che sterile fosse
la vedovella Nadila Nadì
pur dei parenti seguendo il costume
fu data in braccio al fratello del morto
perché sovente le donne infeconde,
il libro dice si accusano  a torto  e
la mancanza dei figli proviene
dalla maniera di entrare nel porto
disse Nadila a la madre: “mammina
mammina so che ogni casa possiede
due porte, una davanti che da sulla strada
e una di dietro che dà sulle corte.
Però Abdullah con il suo grosso dito
non picchia all’uscio del primo marito
ma batte a quello cui madre Natura e
la Divina Saggezza di Allah permise di mettere
la serratura che appunto chiamasi verginità
tal che mi pare una cosa indecente portare
il peso dell’uomo sul ventre”
La madre allora capì che il defunto
soltanto l’uscio pìù piccolo aprì
e poiché amava passare dall’orto
non diede eredi alla bella Nadì
il forte, il grande, l’immenso Abdullah
tre notti al chiuso cancello bussò
e usò le astuzie e tutti i raggiri
che in simili casi un marito  usar può
baci e carezze le diede
ed altre cose che dire non so
finchè trascorsa la notte suprema
senza aver colto il fiore cui ambì
tetro nel viso con fiero cruccio
com’era entrato dal talamo uscì
disse ai parenti: “Nadila è stregata
andiamo presto davanti al Giurì”
però la madre una donna assennata
che aveva molto esperienza gridò:
“fossi dannata, fossi ammaliata
chi mi farebbe mai dire di no?
Dimmi Nadila che paura ti fà
l’erta pannocchia del forte Abdullah?”
Dice Nadila: “mammina mammina ahimè
quella pannocchia non serve per me”
“Mandorlo in fiore, genziana fiorita,
ambrosia d’ambra Nadila Nadì, ci
sono due porte per chi si marita é giusto è
l’uomo che entrambe le aprì, così feci io
quand’ero sposina e fa il profeta con tutte
le Urì”
“Dici davvero mammina mammina?”
“Dico davvero Nadila Nadì”
E fu così che alla bella sventata
la toppa serrata non s’arruginì
anzi ogni sera suonava
la guzla la vedovella Nadila Nadì
e al nono mese ad onor del cognato
per l’uscio sbagliato l’erede sortì…
nel mio quartiere abitava  una bella
che si chiamava Nadila Nadì…

L’Eco der Pianto Greco

 

Attaccato co’ la colla
alla barra der timone
un discusso Cavaliere
oggi ar fine te lo ammolla
e te lascia er testimone
a un esperto der mestiere
che te fa quadrà li conti
più che mai in profonno rosso
aridotti proprio all’osso
li riporterà alla pari?
O saranni ca…si amari
quell’economia nostrana
cor Giannotto toccasana
che ce fa tutti felici:
er repristino dell’ICI
e la solita manfrina
aumentà  più ancora er prezzo
della comoda benzina
a vantaggio tuttavia
d’una sana ecologia
evitanno anche er frastuono
de quer buco dello zono
grazie a Monti come vedi
tutti coreremo a piedi
e ancorchè nudi alla meta
sarveremo ‘sto pianeta
destinato a una fatale
e funesta Era Glaciale
o in alternativa amara
ar deserto der Sahara!

 

Giovanni Fadda

Psichiatra, vive a Roma. Ha pubblicato libri di poesia in romanesco e in sardo. La rubrica “Angolo eretico” della Gazzetta Ufficiale Dialetti pubblica periodicamente sue puntate di satira politica e del costume in romanesco.