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Cari lettori, il dubbio di questa volta è atroce e non riguarda segreti di terzi ma interrogativo strettamente personale, il seguente: a chi possono interessare i mie dubbi? Siate buoni, lettori cari, e non precedete con l’immaginazione. E nemmeno con la fantasia. Sono io stesso a dirvi su quale baratro si sporge la mia riflessione. Ma a patto che non pensiate me ne dolga fino a farmene frustrazione. No. Il mio dubbio mira a ricavare una soluzione pratica: a chi sono utili i miei dubbi? Sarei contento di sapere che da questo autentico dubbio si possa risalire oltre il fatto personale, fino a farne una metafora. Per esempio? La inutilità della scrittura come la aveva intuita, professata e insegnata Socrate. A voi la parola. Ammesso ne abbiate tempo e voglia, ammesso lo riteniate utile e ammessa la liceità della superstizione a non imitare Socrate rischiando la cicuta.

 

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